Il segretario generale delle Nazioni Unite: "Milioni di migranti diventano lavoro a buon mercato, usa e getta, i capri espiatori. E invece, con il giusto supporto, possono contribuire al progresso della società"
Roma – 18 dicembre 2012 – “Ogni momento, in tutto il mondo, le persone lasciano i loro paesi in cerca di una vita più sicura e migliore. A livello mondiale, più di 214 milioni di persone sono in movimento. Molti fuggono condizioni difficili solo per affrontare lotte ancora maggiori, tra cui violazioni dei diritti umani, la povertà e la discriminazione”.
Lo ricorda il segretario generale dell’Onu Ban ki-moon nel suo Messaggio per la Giornata Internazionale del Migrante, che si celebra oggi. “Ma questi migranti – aggiunge – oltre che paura e incertezza, hanno anche la speranza, il coraggio e la volontà di costruire una vita migliore. Con il giusto supporto, possono contribuire al progresso della società”.
Il numero uno dell’Onu sottolinea che “l'attenzione per i diritti dei migranti è particolarmente importante in questo momento di difficoltà globale, economica e finanziaria” e denuncia che con la crisi ha fatto crescere anche “le misure di austerità che discriminano i lavoratori migranti” e “la retorica xenofoba”. Eppure, “durante la recessione economica, vale la pena ricordare che interi settori dell'economia dipendono i lavoratori migranti e imprenditori migranti contribuiscono a creare posti di lavoro”.
“Quando le politiche migratorie sono sviluppate senza attenzione alla vulnerabilità, l'emarginazione e la discriminazione – continua Ban Ki-moon – milioni di migranti diventano lavoro a buon mercato, usa e getta, i capri espiatori per le fallite politiche economiche e sociali, e anche vittime in una non ben definita guerra contro "l'immigrazione clandestina". E invece “è sempre più urgente forgiare le risposte politiche nazionali sulla base di principi dei diritti umani”.
Nel 2013 l’assemblea generale dell’Onu parlerà di immigrazione in un High-level Dialogue. In vista di questo appuntamento, il segretario generale invita gli Stati membri a considerare i diritti umani “una questione centrale nella governance della migrazione”, e ad adottare misure per “depenalizzare l'immigrazione irregolare, creare alternative efficaci alla detenzione degli immigrati” e a garantire prestazioni sanitarie ed educazione indipendentemente dalla regolarità del soggiorno.