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Salute. Solo in sei Regioni pediatra ai figli dei migranti irregolari

Rapporto di CIttadinanzattiva sul federalismo in sanità. Non ancora applicato l’accordo di dicembre tra Regioni e province autonome

Roma – 9 maggio 2013 – Solo 6 Regioni su 21 assicurano il medico di famiglia o il pediatra di libera scelta ai figli di migranti non regolarmente iscritti al Servizio sanitario nazionale (Ssn).È quanto emerge dal Rapporto 2012 sul federalismo in sanita' di Cittadinanzattiva, presentato ieri. A garantire l'assistenza sono solamente Toscana, Umbria, provincia autonoma di Trento, Emilia Romagna, Marche e Puglia.

Poco più della metà delle regioni – Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, provincia autonoma di Trento, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto – hanno emanato direttive regionali per garantire la continuità assistenziale di base agli stranieri irregolari; le altre 8 hanno demandato alle singole Asl con differenze territoriali. In Basilicata l'unica risposta e' offerta dal pronto soccorso.

Questa situazione dimostra quanto si debba ancora lavorare per rendere operativo l'accordo siglato lo scorso dicembre tra Regioni, province autonome e governo. Tra quelle “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera” c'è infatti anche l’iscrizione obbligatoria dei minori al Servizio sanitario nazionale indipendentemente dalla regolarità del soggiorno, un punto che garantisce anche ai figli degli immigrati irregolari di essere seguiti da un pediatra.

 

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