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Elezioni. Ejaz Ahmad: “Qui ho scoperto la democrazia, ora voglio partecipare”

Il giornalista e mediatore di origine pakistana si candida a Roma come consigliere municipale. “Le persone mi parlano di problemi concreti e io conosco la città dal basso”

Roma – 23 maggio 2013 – Giornalista, interprete, mediatore culturale nelle scuole, membro laico della consulta per l’Islam, impiegato in un Cash & Carry… Ejaz Ahmad non è uno che rimane con la mani in mano. Ora è lanciato  in una nuova avventura per diventare consigliere municipale.

C’è anche lui nel gruppetto di “nuovi romani che corrono alle elezioni, candidato con la lista civica per Marino sindaco al secondo municipio (ex II e III). Un territorio vastissimo, melting pot di culture che comprende ad esempio il popolare quartiere di San Lorenzo e la collina dei Parioli e ospita luoghi significativi come la città universitaria, l’auditorium e la Grande Moschea.

Realtà diverse, che è pronto a far interagire, da bravo mediatore. “Un punto di vista ‘altro’ può fare la differenza” assicura nel suo programma, dove usa parole d’ordine come “partecipazione”, “dialogo” e “integrazione”. “Parole da coniugare nel concreto, nel quotidiano, perché i problemi dei cittadini sono molto pratici” dice a Stranieriinitalia.it.

“Le persone che ho incontrato in queste settimane – spiega – non vogliono parlare di politica ma di lavoro, servizi sociali e asili nido, di problemi legati al commercio e alla sicurezza. È su questi temi che chiedono un impegno personale ai loro rappresentanti, e questi temi mi sono familiari perchè i miei vari mestieri mi hanno permesso in questi anni di conoscere la città dal basso”.

Ha quarantuno anni e una storia lunga Ejaza Ahmad, che ha passato oltre la metà della sua vita in Italia  dopo essere fuggito da una dittatura militare che in Pakistan tappava la bocca ai giornalisti. Come omaggio alla libertà di pensiero ed espressione ha  chiamato Azad (“Libero”) il giornale in urdu per i pakistani in Italia, prima cartaceo e ora online, di cui è caporedattore.

“L’Italia – spiega – rappresenta per me il Paese della mia rinascita, è qui che ho votato per la prima volta nella mia vita e da allora esercito questo mio diritto-dovere ininterrottamente perché solo coloro che hanno conosciuto dittatura e emarginazione conoscono il vero incommensurabile valore della Democrazia”.

Nelle scuole della Capitale insegna a bambini e ragazzi un mondo ormai senza confini, mentre come interprete collabora con un’associazione che lavora per le donne contro il femminicidio, la violenza domestica e la tratta. “Sono entrato in punta di piedi – racconta –  in un mondo a me come a tanti uomini sconosciuto che urla impegno e visibilità istituzionale urgente, progetti concreti e sovvenzioni per i centri antiviolenza”.

“Lavoro da sempre all’ambizioso progetto di una società multietnica e multiculturale nel rispetto delle “diversità” come patrimonio comune e alla sviluppo del dialogo interreligioso” continua. “Nel secondo municipio vivono o lavorano tanti immigrati, ma non hanno vita sociale.  Bisognerebbe aprire luoghi di incontro, aperti a vecchi e nuovi romani, riqualificando e sfruttando qualche spazio abbandonato”.

Incontrarsi può essere anche un gioco. Oggi pomeriggio ha organizzato insieme ad altri candidati della sua lista una “festa degli aquiloni” nel parco di Villa Ada. Grandi e piccoli potranno imparare a costruire aquiloni guidati da ragazzi pakistani e afghani, ma ci saranno anche partite di cricket e hockey sul prato. “Sarà una bella festa, qualcosa di molto diverso dal solito aperitivo elettorale. Speriamo solo che la pioggia non ce la rovini” .

Lo slogan della campagna elettorale di Ejaz Ahmad? “Democrazia è partecipazione”. Per partecipare davvero, però, stavolta è importante vincere.

Elvio Pasca
 

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