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Immigrati assunti nella Pubblica Amministrazione, l’Italia ci riprova

Il disegno di “Legge europea 2013” apre i posti pubblici ai cittadini stranieri che hanno la carta di soggiorno e ai rifugiati. Il testo, firmato dal governo Monti, ha iniziato in questi giorni il suo iter in Parlamento

Roma – 27 maggio 2013 – Concorsi pubblici aperti agli immigrati che hanno in tasca la carta di soggiorno. Non potranno diventare magistrati o militari, che devono essere italiani, ma anche se sono cittadini stranieri non si potrà impedire loro di fare gli insegnanti, i medici o gli impiegati statali.

Dopo un tentativo sfumato nella scorsa legislatura, l’Italia prova di nuovo a cancellare il divieto d’accesso dei cittadini stranieri alla pubblica amministrazione. Lo chiede da tempo l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ma a mettere fretta sono soprattutto i procedimenti preliminari di infrazione avviati dalla Commissione europea.

Non a caso la novità è contenuta nel disegno di “legge europea 2013” assegnato mercoledì scorso in Senato alla “commissione Politiche dell’Unione europea”, che serve proprio ad allineare la legge italiana alla normativa comunitaria. Un testo in realtà scritto dal governo Monti, che però camminerà tra i due rami del Parlamento anche adesso che a palazzo Chigi c’è Enrico Letta.

Cosa dice il ddl? Tra le altre cose, modifica le “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” (d. lgls.165/2001), secondo le quali, già oggi, “possono essere cittadini degli  Stati  membri  dell'Unione  europea  possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni  pubbliche  che non implicano esercizio  diretto  o  indiretto  di  pubblici  poteri, ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale”.

Nel disegno di “legge europea 2013” si allarga questa possibilità “ai loro familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente”.  Ma anche “ai cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria”.

Se verrà approvato così potrebbe far diventare un (brutto) ricordo concorsi come quello che sta reclutando maestri e insegnanti per la scuola italiani, rigorosamente chiuso agli stranieri e già definito discriminatorio da un tribunale. Ora, però, tocca al Parlamento.

Elvio Pasca

 

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