Perquisizioni in tutta Italia, si indaga anche su incitamento alla violenza. Sul sito un documentario antisemita e insulti razzisti contro personaggi pubblici
Roma – 14 novembre 2013 – Un video antisemita, ma anche insulti allo scrittore Roberto Saviano, al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini o l’ex assessore romano Carla di Veroli, la cui famiglia fu deportata ad Auschwitz. Bestialità che hanno trovato spazio su Stormfront.org, sfogatoio online per i razzisti di tutto il mondo, italiani compresi.
Negli scorsi mesi sono finite sotto la lente della Polizia Postale e della Digos di Roma e oggi la Procura della Capitale ha dato il via a 35 perquisizioni nelle case di altrettante persone residenti in tutta la Penisola. Si indaga sulla diffusione, anche online, di idee fondate sull’odio razziale ed etnico e sull’incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici.
In particolare, gli investigatori indagano sulla diffusione online di un filmato, creato dagli utenti italiani di Stormfront, intitolato “Il nemico occulto – un documentario sulla questione ebraica”. Accusa gli ebrei della crisi economica mondiale, puntando il dito contro quelli che siedono ai vertici di banche e altre istituzioni.
La Questura di Roma spiega poi che altri post, pubblicati sempre sulle pagine italiane di Stormfront, sono “istigatori all’odio ed alla violenza per motivi razziali, etnici nazionali ed al contempo fortemente diffamatori nei confronti di alcuni personaggi pubblici”, come appunto Nicolini, Di Veroli e Saviano. Gli autori si nascondo dietro pseudonimi “alcuni dei quali palesemente echeggianti una cultura della discriminazione”.
Già nel novembre 2012 c’era stata un’operazione della Procura e della Questura di Roma contro Stormfront, culminata con l’arresto di quattro persone: Daniele Scarpino, promotore dell’associazione e moderatore del forum www.stormfront.org/forum/f148, Diego Masi e Luca Ciampaglia, moderatori del forum, e Mirko Viola, utente del forum particolarmente attivo nella pubblicazione di post “tematici”. In primo grado sono stati tutti condannati per razzismo.