Riaperti 750 casi di omicidio o tentato omicidio che erano stati archiviati. Tutto nasce dalla scoperta del Nationalsozialistischer Untergrund, il gruppo responsabile degli “omicidi del kebab”
Roma – 5 dicembre 2013 – Potrebbe esserci anche il razzismo, figlio dell’ideologia neonazista, dietro quasi 750 casi di omicidio o tentato omicidi in Germania che negli ultimi venti anni sono rimasti irrisolti. Azioni criminali che hanno visto coinvolte a vario titolo 849 vittime e i cui fascicoli erano stati archiviati dalla magistratura.
Ora quei fascicoli sono stati riaperti, come ha anticipato il giornale 'Neue Osnabruecker Zeitung' e poi confermato ieri il portavoce del ministero dell'Interno tedesco, Hendrik Loerges.
È l’esito della revisione di casi irrisolti fra il 1990 e il 2011, cioè tra la riunificazione della Germania e la scoperta della cellula neonazista Nationalsozialistischer Untergrund (Nsu), “clandestinità Nazionalsocialista”, ritenuta responsabile di aver ucciso almeno dieci persone, quasi tutti immigrati turchi, in quelli che la stampa ha chiamato “omicidi del kebab”.
Beate Zschaepe, l'unica estremista sopravvissuta del NSU (clandestinita' nazionalsocialista) e' attualmente sotto processo a Monaco. La scoperta del gruppo aveva scatenato molte polemiche sul ruolo svolto dai servizi segreti che, nella migliore delle ipotesi, non erano stati in grado di capire la portata della minaccia dei neonazisti. E ha spinto la magistratura a riesaminare casi che potrebbero essere loro attribuiti.
Secondo le statistiche ufficiali , dal 1990 a oggi nel Paese sarebbero state uccise circa 60 persone per motivi razziali, una cifra che molti osservatori hanno sempre sostenuto essere sottostimata. I loro timori potrebbero essere tragicamente confermati dalle nuove indagini in corso.