Da tempo vittima d’insulti razzisti, Dragan Nikolic chiede aiuto ai padovani. Ecco il suo appello. Quartiere Arcella (Padova) – Costantemente oggetto di insulti razzisti.
Questa è la storia di Dragan Nikolic, cittadino italiano di orgine serba (etnia rom) che vive a Padova con la moglie e i suoi tre figli. “Zingaro di m… , tornatene a casa tua” sono solo alcuni degli insulti che Nikolic, impegato alla Molex-Zetronic, è costretto ad ascoltare quando esce di casa.
I responsabili degli insulti sarebbero due vicini spesso in lite anche con altri coinquilini, da tempo denunciati da Nikolic.
La presidentessa dell’Opera Nomadi, Renata Paolucci, ha commentato il caso: “La famiglia Nikolic è una delle tante che si è inserita nel tessuto cittadino e, agli occhi dell’amministrazione comunale, rappresenta un ottimo esempio di nomadi che hanno scelto di lavorare in un’azienda e vivere in una casa di mattoni e non più in una roulotte”.
La presidentessa ha continuato dichiarando che non si tratta di un caso unico, ma addirittura di un fenomeno in pieno sviluppo: “Purtroppo questa vicenda non è isolata. – ha dichiarato – A Padova, specialmente nei quartieri in cui vivono più immigrati, si sta sviluppando una subcultura xenofoba e razzista. E’ il frutto di molte pressioni, compresa la campagna generalizzata contro gli stranieri condotta da certe forze politiche”.
L’appello dell’uomo
Nikolic ha lanciato un appello di solidarietà ai cittadini di Padova, nel timore che possa accadere qualcosa di grave:
“Abito con la mia famiglia in una casa dell’Ater – ha detto l’uomo – mio figlio di tredici anni va a scuola alla Donatello. L’ultimo nato ha appena tredici mesi. Sono invalido, ma vado a lavorare ugualmente per mandare avanti la baracca. Tutto bene finché non sono venuti a vivere vicino a noi queste persone razziste. All’improvviso la mia vita è cambiata radicalmente. Gli insulti e le minacce sono all’ordine del giorno. Pochi giorni hanno aggredito mio figlio sulle scale del condominio. In quartiere mi conoscono in tanti, non ho dato mai fastidio a nessuno e ho sempre lavorato onestamente. Mi spaventa che all’Arcella si comincia a respirare un clima di intolleranza”.
24 maggio 2007
Pierpaolo Festa