“Non ne facciamo una questione ideologica, ma una questione di governo e pratica”. In Aula la Lega Nord fa ostruzionismo
Roma – 16 gennaio 2014 – ''Del reato di clandestinità non facciamo una questione ideologica ma una questione di governo e pratica. Vogliamo analizzare questa abolizione nella contesto complessivo della normativa, insomma il nostro voto dipenderà dalla sostanza”.
Lo ha detto stamattina a Radio Rai 1 il ministro per le Riforme ed esponente del Nuovo Centro Destra Gaetano Quagliariello, parlando del ddl sulle pene alternative in corso d’esame nell’Aula del Senato. Un testo che, tra le altre cose, potrebbe abrogare l’articolo 10 bis del testo unico sull’immigrazione. '
“La cancellazione di quel reato – ha spiegato il ministro – lascia in vigore una sanzione amministrativa prevista dalla Bossi-Fini. Se quella sanzione viene accompagnata dall'obbligo di rimpatrio e il reato rimane in caso di reiterazione nel tentativo di rientrare nel nostro Paese, si fa qualcosa che facilita l'espulsione e non la rende più difficile. Se espulsione viene consentita con la sola sanzione amministrativa è anche più rapida perché non si passa da un magistrato e quindi si diventa più efficaci nella lotta alla clandestinità''.
L’abolizione del reato di clandestinità mette in difficoltà il Nuovo Centro Destra, che per il resto appoggia il ddl sulle pene alternative. Il partito di Alfano ha cercato invano di convincere le altre anime della maggioranza a stralciarla dal testo e ad affrontare il problema in un altro provvedimento, dedicato esclusivamente all’immigrazione, nell’ambito del nuovo patto di governo in via di definizione.
Intanto in Aula continua l’ostruzionismo della Lega Nord. Per far slittare l’approvazione del ddl i senatori del Carroccio hanno detto di voler intervenire per dieci minuti con dichiarazioni di voto su ogni emendamento presentato. Per contrastare questa strategia, il Partito Democratico ha quindi chiesto di valutare la possibilità di contingentare i tempi o di proseguire i lavori anche in notturna.
Sttamattina i senatori della Lega Nord hanno anche occupato gli uffici del presidente Grasso a Palazzo Madama. Una forma di protesta per l'inversione dell’ordine del giorno dei lavori dell’Aula, che ha dato la precedenza al ddl sulle pene alternative.