Nel nuovo programma di governo, "Impegno Italia", ci sono anche nuove regole per diventare italiani. "Diritto alla cittadinanza per chi nasce, cresce e studia qui"
Roma – 12 febbraio 2014 – C’è anche la riforma della legge sulla cittadinanza in “Impegno Italia”, il programma presentato oggi dal presidente del Consiglio Enrico Letta nel momento probabilmente più rischioso per il suo governo, mentre si parla della possibilità di un avvicendamento con Matteo Renzi.
“Impegno Italia”, ha spiegato il premier, “è frutto di lavoro collettivo, idee nate dal confronto con altri partiti della coalizione e con le parte sociali”. “È un buon punto di sintesi all’interno della maggioranza. Suggerisco caldamente che venga tenuto fortemente in considerazione”.
Illustrando il suo nuovo programma ai giornalisti, Letta non ha parlato delle regole per diventare italiani. Ma la riforma è l’ultimo punto del capitolo dedicato alle “Persone” nel testo di Impegno Italia diffuso dal governo.
Ecco cosa dice:
“13. Riformare la legge sulla cittadinanza secondo il principio dello ius soli
Vive in Italia oltre 1 milione di minori di origine straniera, 400.000 dei quali sono nati nel nostro Paese. I tempi sono maturi per affrontare la questione del diritto alla cittadinanza di chi nasce, cresce e studia in Italia. La normativa deve tenere in considerazione tanto la stabilità del soggiorno dei genitori, quanto l’integrazione nel contesto culturale e linguistico italiano (es. il completamento del ciclo o di un corso di studi). Ci impegniamo a:
● riformare la legge sulla cittadinanza introdu¬cendo il principio dello ius soli per i minori nati da genitori che già risiedono in Italia in modo stabile.
Responsabile
Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministro dell’integrazione, Ministero dell’Interno.
Tempi
Entro il primo semestre”.
C'è quindi il principio dello ius soli, temperato, ma anche il cosiddetto ius culturae. Una formula già presente, per esempio, nel disegno di legge presentato alla Camera dal Partito Democratico all’inizio di questa legislatura. Quel testo, attualmente fermo insieme agli altri ddl sulla cittadinanza in commissione Affari Costituzionali, prevede che siano italiani i bambini nati qui da genitori regolarmente residenti da almeno cinque anni e quelli arrivati da piccoli che completano qui un ciclo scolastico, come le scuole elementari.
Elvio Pasca