15 giugno 2014. “Super Mario”, gol! Ogni 2 anni, per fortuna, la scena si ripete. Al Mondiale, agli Europei, il calcio, fra le poche cose rimaste a tenerci insieme, ci rimanda l’immagine di un’Italia nelle cui vene non scorre solo “sanguis” italiano.
Il sangue, in verità, non è mai stato puro e gli esseri umani, come dimostra il loro DNA, si sono sempre “mischiati” fra loro.
Le Nazioni, poi, non appartengono alla natura ma al mondo della cultura. Sono narrazioni inventate dalla meravigliosa mente dell’Homo Sapiens per favorire la cooperazione fra milioni di individui. Più questa narrazione è convincente e sentita, più forte e prospera è una Nazione. E’ per questo che l’amor di Patria misura la salute di una comunità ed è per questo che i riti collettivi, calcio incluso, sono così importanti e partecipati.
Amare l’Italia è esattamente quello che hanno fatto 6 milioni di donne e uomini, nati altrove, che hanno scelto il Bel Paese per vivere e prosperare e soprattutto per far crescere i propri figli: oltre 1 milione, giovani donne e uomini, che lo ius sanguinis non riconosce come Italiani ma che italiani lo sono e come.
Lo sono perché, come “Super Mario”, sono cresciuti in Italia, credono nell’Italia, sperano nell’Italia, giocano per l’Italia.
Questa è una ricchezza che nessuna Nazione può permettersi di rifiutare!
Da anni gli promettiamo un riconoscimento giuridico di questa appartenenza, la cittadinanza, ma da anni non manteniamo la promessa perché abbiamo smesso di credere nel nostro Paese e nella sua grandezza.
Dare la cittadinanza alle seconde generazioni è un atto di speranza e di amore per l’Italia.
Un nuovo inizio serve e con esso un simbolo.
Forza Italia!
Gianluca Luciano