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Domande flussi: niente panico se la risposta non è immediata

Ci vorrà anche un’ora prima della conferma che la domanda è giunta a destinazione. Pronto il piano d’emergenza in caso di collasso dei server

ROMA – Nervi saldi dopo il clic. Chi tenterà di assumere un lavoratore straniero con i flussi dovrà rimanere a lungo col fiato sospeso prima di avere la certezza che la sua domanda è arrivata sana e salva.

"I tempi di attesa per la conferma della corretta ricezione della domanda possono variare da pochi secondi a circa 60 minuti" informa il Ministero dell’Interno. Inutile quindi agitarsi mentre si aspetta e meglio non dare altri comandi al programma, perché si rischierebbe di impallarlo. Solo se dopo un’ora non ci fossero novità sarebbe il caso di "consultare le eventuali indicazioni su www.interno.it, senza chiudere il programma di invio della domanda".

Ancora più tempo ci vorrà per conoscere l’orario preciso in cui la domanda è arrivata, quello in base al quale verranno stilate le graduatorie per l’assegnazione degli ingressi. "La ricevuta scaricabile dal sistema sarà disponibile dopo 12 ore. L’e-mail di conferma verrà spedita sulla casella di posta indicata nella registrazione, entro le 24 ore" spiegano ancora gli esperti.

Più spazio alle domande
Questi ritardi non saranno la spia che il sistema non funziona, ma gli effetti di una scelta tecnica del Viminale per gestire meglio il flusso di domande in entrata, dedicandogli più banda rispetto a quella dei messaggi inviati agli utenti. È un po’ come se la mattina di Ferragosto, su un’autostrada tra una metropoli e il mare, si decidesse di riservare cinque corsie alle macchine dirette alle spiagge, e una sola a quelle che viaggiano in senso opposto verso la città.

Per ottimizzare la ricezione delle domande, il 15, il 18 e il 21 dicembre (quindi i tre clic day) dalle ore 7.00 fino alle ore 10.00 sarà anche sospeso, su www.interno.it, la possibilità di registrarsi e scaricare i moduli per il decreto flussi 2007. Sempre per evitare sovraccarichi, si sta infine pensando anche a una strettoia per la gestione delle domande. Una volta definita con precisione la coda e quindi l’ordine di arrivo, queste verranno accettate dal sistema al ritmo di 200 – 300 al secondo per pooi essere smistate in un secondo momento tra i vari Sportelli Unici provinciali.

I server di scorta
Sono preparativi senza precedenti, paragonabili solo a quelli che, in occasione delle elezioni, devono assicurare un regolare flusso di dati tra prefetture e Ministero dell’Interno. Per affrontare la corsa alle quote 2007 sono già schierate due batterie di server, anche se tutti sperano che la seconda rimanga a riposo: accanto agli otto cervelloni elettronici che a partire da sabato prossimo dovranno ricevere e gestire le domande di assunzione, ce ne sono infatti altrettanti pronti a intervenire in caso di collasso del sistema.

Di fronte a un sovraccarico inaspettato di domande, a un attacco hacker o altri accidenti informatici, il disaster recovery plan (il nome in gergo del piano d’emergenza) permetterà di passare da una batteria di server all’altra, mettendo subito a disposizione dei datori di lavoro un nuovo canale di invio. Sarà il sito del Viminale a illustrare come comportarsi in questa malaugurata ipotesi, ma ora, per scaramanzia, è meglio parlarne il meno possibile.

(12 dicembre 2007)

Elvio Pasca

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