Un anno e quattro mesi a un'insegnante fiorentina che aveva insultato un alunno di colore. “Diceva che gli uomini, come gli animali, dovrebbero vivere ciascuno nel proprio ambiente"
Genova – 23 febbraio 2015 – Lezioni di razzismo. Succede anche questo nella scuola italiana, dove siedono oltre 800 alunni figli di immigrati.
A un'insegnante di una scuola media di Firenze, a quanto pare, questo panorama multietnico e multiculturale non andava affatto a genio. E così aveva preso a insultare un suo alunno, tra l'altro figlio adottivo di cittadini italianissimi, sottolineandone con spregio l'origine e il colore della pelle.
“Qualche volta mi chiamava negro, altre bifolco – ha raccontato lo studente quindicenne – inoltre diceva che gli uomini, come gli animali, dovrebbero vivere ciascuno nel proprio ambiente”. Un invito a tornarsene in Africa, insomma, continente d'origine del ragazzino, da cui sono nati un processo e una denuncia.
Se n'è occupato il tribunale penale di Genova, dove il caso è stato spostato per incompatibilità perché il padre della vittima è un magistrato toscano, e dopo che sono state ascoltate anche le testimonianze dei genitori di altri alunni, ieri è arrivata la sentenza di primo grado. L'insegnante è stata condannata a un anno e 4 mesi di reclusione.
I giudici l'hanno riconosciuta colpevole di ingiurie e maltrattamento psicologico, con l'aggravante della discriminazione razziale. Non hanno accolto tutte le richieste del pubblico ministero, che voleva una condanna a tre anni, e comunque la donna non passerà nemmeno un giorno dietro le sbarre, perché è scattata la condizionale.
Non è detto, comunque, che finisca qui. I difensori della prof hanno infatti annunciato che ricorreranno in appello.