in

Bonus bebè. “Va esteso a tutti gli immigrati con un permesso valido per lavorare”

L’Asgi scrive a Renzi e all’Inps. “Il requisito della carta di soggiorno è illegittimo, applicare le norme comunitarie”

 
Torino – 14 aprile 2015 – Anche gli immigrati extracomunitari hanno diritto al bonus bebè, ma solo, dice la legge di stabilità che l’ha istituito, se hanno in tasca la carta di soggiorno. Questa limitazione però è “illegittima”, denuncia l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione,  e quindi va eliminata. 
 
Non si può dire che governo e Parlamento non fossero stati avvertiti. Mentre scrivevano e approvavano le norme sul nuovo bonus bebè, l’Asgi aveva già ricordato che le norme comunitarie prevedono l’estensione di benefici di quel tipo anche ai rifugiati politici, a chi è in protezione sussidiaria, ai titolari di “carta blu” e, platea decisamente più vasta, a tutti i titolari di un permesso valido per lavorare.
 
Quell’appello è caduto nel vuoto. Così, ora che si sta definendo le regole per presentare le domande, l’Asgi lo rinnova scrivendo a Matteo Renzi e al presidente dell’Inps Tito Boeri, lasciando presagire che, diversamente, la questione finirà in tribunale. 
 
Nella lettera, l’Asgi fa l’elenco delle norme comunitarie non applicate. Eccolo: 
 
“- l’art. 12 della direttiva 2011/98/UE stabilisce la parità di trattamento con i cittadini italiani per tutti gli stranieri titolari di un permesso per lavoro o che consente di lavorare (cioè attualmente il permesso unico di cui al dlgs. 40/2014) nell’accesso a tutte le prestazioni regolate dal Regolamento CE 883/2004 (tra le quali rientrano le prestazioni di maternità e di assistenza familiare);
– l’art. 29 della direttiva 2011/95/UE prevede la parità di trattamento per i titolari dello status di rifugiato politico e per i titolari di protezione sussidiaria(per questi ultimi la direttiva consentiva la limitazione della parità alle prestazioni essenziali, ma l’art. 27 Dlgs 21.2.14 n. 18 di recepimento di detta direttiva ha previsto una totale parificazione anche per tale categoria);
– l’art 14 della direttiva 2009/50 prevede che i titolari di “carta blu” (cioè di permesso di soggiorno per stranieri altamente qualificati) beneficino di un trattamento uguale a quello riservato ai cittadini dello Stato membro che ha rilasciato la carta stessa , per quanto concerne le disposizioni della legge nazionale relative ai settori della sicurezza sociale definiti dal regolamento CEE n. 1408/71, tra cui rientrano le prestazioni familiari”. 
 
L’associazione sottolinea quindi che quelle norme comunitarie “contengono previsioni incondizionate e sufficientemente precise e sono pertanto direttamente applicabili in ogni Stato membro”, inoltre “prevalgono, in caso di contrasto, sulle norme nazionali”. L’inps, che rilascerà materialmente il bonus e sta scrivendo la circolare che darà il via alla presentazione delle domande, deve quindi prevedere l’estensione anche alle categorie di immigrati finora diversamente escluse, anche al fine di “evitare un vasto contenzioso giudiziario”. 
 
Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Renzi: “Più immigrazione, più terrorismo? Lo dicono solo per vincere le elezioni”

Nuovo Centro Destra: “Salvini mercante propaganda, basta disinformazione”