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A colpi di cannone contro l’Italia del futuro

Immigrazione clandestina. Nella Nazione delle eterne emergenze eccone una nuova di zecca. Bloccarla è diventata una priorità di ogni governo e per farlo non si lesinano né uomini, né risorse, né cannonate. Le libertà fondamentali, conquista del nostro civile mondo di cui andiamo giustamente fieri, diventano ancora una volta sacrificabili in nome di un interesse superiore.
In principio fu il "Terrorismo", poi si aggiunse la "Mafia" ed in fine "Tangentopoli", tutte emergenze in cui si è finito per cedere su principi fondamentali dello Stato di diritto. La deformazione subita dalla nostra vita civile diventò per la prima volta di pubblico dominio con il caso Tortora. Ma questo non fermò la logica dell’emergenza. In tanti sono morti vittime del circolo giudiziario e mediatico di Tangentopoli. Oggi è il turno dei "clandestini" e per loro non c’è e non ci sarà scampo. Nessuno li difende, perché non sono italiani e perché sono clandestini. "Carcere amministrativo" (sic!) con la Turco-Napolitano e "carcere penale" con la Bossi-Fini. Ma al pubblico del "Circo" questo non basta e Bossi lo sa bene. Mitragliate e cannonate a parole (almeno fino a quando a qualcuno non scappa davvero il grilletto) rassicurano di più.

Ma i numeri parlano chiaro e ci dicono che, almeno in Italia, i clandestini di ieri altro non sono che i lavoratori regolari di oggi.

Partiamo dalle sanatorie. Per sanatoria si intende quel provvedimento che regolarizza un cittadino straniero presente clandestinamente in Italia.

Prima di quella in corso, ci sono state altre quattro sanatorie, con 120mila regolarizzati nell’ ’86[1], 215mila nel ’90[2], 244 mila nel ’95[3], 217mila nel ’98[4].
In tutto quasi 800mila "sanati", che diventeranno addirittura un milione e mezzo quando anche la regolarizzazione varata da questo governo sarà finalmente conclusa.

Veniamo, invece, agli ingressi per lavoro regolari.

Le diverse leggi sull’immigrazione li hanno gestiti in vario modo, prima ponendo alcune condizioni, come ad esempio che in Italia non ci fossero lavoratori disposti ad occupare quei posti di lavoro, poi arrivando a definire annualmente un numero massimo di ingressi attraverso il famigerato decreto flussi.

Ad ogni modo, negli ultimi quindici anni sono entrati regolarmente in Italia meno di 500mila[5] lavoratori stranieri.

Fermo restando, comunque, che anche gli ingressi regolari sono delle sanatorie mascherate. Il lavoratore straniero, infatti, quasi sempre si trova già sul territorio italiano e fa ritorno nel proprio paese soltanto per ottenere il visto dell’Ambasciata di competenza sul proprio passaporto.

Il confronto tra questi dati e quelli relativi alle sanatoria è schiacciante: gli stranieri entrati attraverso i canali regolari sono meno di un terzo di quelli messi in regola solo dopo l’ingresso!

Questo rapporto va tenuto presente anche per i ricongiungimenti familiari.

Dal 1999 ad oggi almeno 200mila stranieri sono entrati in Italia per raggiungere i loro cari: presumibilmente tre quarti di loro sono venuti a riabbracciare un "regolarizzato".

Arriviamo al saldo finale.

Dei 2,5 milioni di cittadini stranieri presenti in Italia, almeno un milione 650mila, quasi il 70%, hanno avuto un permesso di soggiorno grazie ad una sanatoria.
Questo significa che fino ad oggi, e niente ci fa pensare che domani cambierà qualcosa, la maggior parte della popolazione immigrata regolare è entrata in Italia in modo clandestino.

Questo è il filo rosso che unisce i fallimenti delle politiche migratorie di tutti i Governi di destra e di sinistra.

Ma voi, italiani di oggi, tutte le volte che nel vostro "Es" ribollente avete pensato a cannoneggiare un gommone albanese, ricordatevi che con buona probabilità su quel gommone in passato c’è stata la colf di vostro figlio, la badante di vostra madre, il meccanico sotto casa, il panettiere dell’angolo, la donna delle pulizie, il geometra che costruisce la vostra casa in campagna, il guardiano notturno del garage, il cameriere del bar, il nuovo autista dell’autobus, l’operaio che ha assemblato la vostra Fiat, il programmatore del vostro sito preferito, la moglie di vostro figlio, un italiano di domani.



 

(19 giugno 2003)

Gianluca Luciano



[1] Legge 943/86 [torna su]
[2] Legge 39/90 Martelli [torna su]
[3] Decreto legge Dini [torna su]
[4] Decreto 16/10/98 Turco – Napolitano [torna su]
[5] 13 mila all’anno ca. dall’87 al ‘90, 22mila l’ anno ca. dal ’91 al ‘96, e poi, con l’introduzione del decreto flussi, 20mila nel ’97, 58mila nel ’98, 58mila nel ’99, 63mila nel 2000, 50mila nel ’01, 20mila500 nel ’02. [torna su]

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Decreto flussi 2003. E’ tempo di federalismo!

INPS. Legge 30.7.2002, n. 189. Modifiche al T.U.