Pene aggravate per gli autori del raid contro la Continassa, a Torino. Violenza nata dalla denuncia di uno stupro mai avvenuto
Torino – 14 luglio 2015 – "Ripuliamo la Continassa". Questo il grido di battaglia di quanti, il 10 dicembre 2011, presero d’assalto un campo rom di Torino, bruciarono le roulotte e il rudere di una cascina, costrinsero gli abitanti a scappare e bloccarono l’ingresso per impedire ai vigili del fuoco di spegnere le fiamme.
Fu violenza aggravata dall’odio razziale , ha deciso stamattina il tribunale del capoluogo piemontese, condannando sei persone, imputate per incendio, resistenza a pubblico ufficiale e ostacolo ai soccorsi, a pene che vanno da tre a sei anni e mezzo di reclusione. Pene più severe, in alcuni casi, rispetto a quanto aveva chiesto la pubblica accusa.
Quel raid nacque nel corso di una manifestazione contro il campo della Continassa, indetta dopo che una ragazza italiana del quartiere aveva denunciato di essere stata violentata da due non meglio identificati “nomadi”. Accuse false, inventate dalla stessa ragazza, come poi confessò agli inquirenti, per coprire il suo primo rapporto sessuale con il fidanzatino.
Oggi il giudice Paola Trovati ha condannato sei autori del raid: sei anni e sei mesi per Luca Olica, sei anni e dieci giorni per Guido di Vito, quattro anni e sei mei per Raffaele Giordano, tre anni per Giuseppe Fico, Rocco Facchino e Davide Moscatiello. Risarcimenti di 15 mila euro per le persone offese e di 3 mila per le associazioni costituitesi parti civili.
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