Dalla ricollocazione dei profughi ai rimpatri, i testi legislativi e le spiegazioni diffuse da Bruxelles. Ora la parola passa ai governi degli Stati membri
Bruxelles – 10 settembre 2015 – Quali sono, nel dettaglio, le nuove misure con cui la Commissione Europea vuole affrontare la crisi dei profughi?
Sul sito della Commissione sono state pubblicate le proposte legislative che verranno sottoposte ai governi degli stati Ue. Ecco come vengono illustrate in una nota diffusa ieri da Bruxelles:
“Oggi la Commissione europea ha presentato le misure concrete seguenti in risposta all’attuale crisi dei rifugiati e in preparazione alle sfide future.
1. Una proposta relativa alla ricollocazione di emergenza di 120 000 rifugiati da Grecia, Italia e Ungheria – In seguito all’impressionante aumento degli attraversamenti illegali delle frontiere negli ultimi mesi, sulla rotta del Mediterraneo centrale e orientale ma anche sulla rotta dei Balcani occidentali, occorre intervenire d’urgenza. La Commissione propone di ricollocare 120 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale dall’Italia (15 600), dalla Grecia (50 400) e dall’Ungheria (54 000). La ricollocazione segue una chiave di distribuzione obbligatoria fondata su criteri obiettivi e quantificabili (40% per il volume della popolazione, 40% per il PIL, 10% per la media delle domande di asilo presentate in passato, 10% per il tasso di disoccupazione) e si applicherebbe ai richiedenti cittadini di paesi che hanno una percentuale di riconoscimento medio a livello dell’UE pari o superiore al 75% (Stando ai dati attuali, sarebbero quindi interessati i richiedenti asilo provenienti da Siria, Iraq e Eritrea. ). Questa nuova proposta si somma alla proposta della Commissione del maggio scorso di ricollocare 40 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale dall’Italia e dalla Grecia verso altri Stati membri dell’UE; in totale si arriverebbe a un numero di 160 000 persone. La ricollocazione sarà corredata di un sostegno pari a 780 milioni di EUR dal bilancio dell’UE agli Stati membri partecipanti, compreso un prefinanziamento del 50% per garantire che le amministrazioni pubbliche a livello nazionale, regionale e locale dispongano dei mezzi per intervenire con grande rapidità.
Una clausola di solidarietà temporanea – Se, per motivi giustificati e obiettivi come, ad esempio, una calamità naturale, uno Stato membro non può temporaneamente partecipare in toto o in parte a una decisione di ricollocazione, sarà tenuto a versare un contributo finanziario al bilancio dell’UE per un importo dello 0,002% del suo PIL. La Commissione europea analizzerà i motivi notificati dal paese e deciderà se ne giustificano la mancata partecipazione al programma per un massimo di 12 mesi. In caso di partecipazione parziale alla ricollocazione, l’importo sarà ridotto in proporzione.
2. Un meccanismo permanente di ricollocazione per tutti gli Stati membri – Come indicato nell’agenda europea sulla migrazione, la Commissione propone un meccanismo di solidarietà strutturato che può attivare in qualsiasi momento per aiutare gli Stati membri dell’UE che si trovassero a affrontare una situazione di crisi e il cui regime di asilo fosse sotto estrema pressione a causa di un afflusso massiccio e sproporzionato di cittadini di paesi terzi. Tali situazioni di emergenza sarebbero in futuro definite dalla Commissione in base al numero delle domande di asilo degli ultimi sei mesi, pro capite, e in base al numero degli attraversamenti irregolari delle frontiere negli ultimi sei mesi. Si applicano gli stessi criteri di distribuzione, obiettivi e verificabili, delle proposte di ricollocazione d’emergenza. Il meccanismo permanente terrà conto dei bisogni, della situazione familiare e delle competenze dei richiedenti asilo. Anche in questo caso di applicherà la clausola di solidarietà temporanea.
3. Un elenco europeo comune dei paesi d’origine sicuri – In seguito all’agenda europea sulla migrazione e alle conclusioni del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno, la Commissione europea propone un regolamento inteso a stabilire un elenco europeo comune dei paesi d’origine sicuri. Tale elenco consentirà di trattare più rapidamente le singole domande di asilo dei candidati provenienti da paesi che tutta l’UE considera sicuri e di accelerarne il rimpatrio se la valutazione individuale della domanda conferma che non sussistono le condizioni del diritto all’asilo. In base alle pratiche correnti negli Stati membri e dopo averne discusso con essi, la Commissione propone di inserire l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, il Kosovo, il Montenegro, la Serbia e la Turchia nell’elenco dell’UE dei paesi d’origine sicuri. Questi paesi soddisfano i criteri comuni della direttiva 2013/32 sulle procedure di asilo secondo i quali un paese può essere considerato sicuro, sono parti dei principali trattati internazionali sui diritti umani e nella maggior parte sono stati designati paesi candidati dal Consiglio europeo, in quanto soddisfano i cosiddetti “criteri di Copenaghen” (che garantiscono la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e la tutela delle minoranze). Altri paesi possono essere aggiunti in futuro, in seguito ad un’accurata valutazione della Commissione europea.
4. Migliorare l’efficacia della politica di rimpatrio – Per migliorare le politiche di rimpatrio degli Stati membri, la Commissione ha elaborato un manuale comune sul rimpatrio e un piano d’azione dell’UE sul rimpatrio. La Commissione ha presentato un piano d’azione dell’UE sul rimpatrio che definisce le misure immediate e le misure a medio termine che gli Stati membri devono adottare per favorire il rimpatrio volontario, rafforzare l’attuazione della direttiva Rimpatri, migliorare la condivisione delle informazioni, rafforzare il ruolo e il mandato di Frontex nelle operazioni di rimpatrio e creare un regime integrato di gestione dei rimpatri. In parallelo, la Commissione ha adottato un manuale sul rimpatrio che offre alle autorità nazionali competenti istruzioni pratiche per l’esecuzione del rimpatrio dei migranti che non hanno diritto di restare nell’Unione europea. Il manuale sarà lo strumento principale di formazione sulle norme e procedure per gli esperti che applicano la direttiva Rimpatri 2008/115.
5. Comunicazione sulle norme degli appalti pubblici per le misure di sostegno dei rifugiati – Gli Stati membri devono rispondere in modo adeguato e rapido ai bisogni più impellenti dei richiedenti asilo: alloggio, generi di prima necessità, servizi. La comunicazione di oggi fornisce indicazioni alle autorità nazionali, regionali e locali su come fornire tali servizi in modo semplice, veloce ed efficiente nel rispetto della normativa unionale.
6. Affrontare la dimensione esterna della crisi dei rifugiati La dimensione esterna occupa un posto essenziale negli sforzi profusi per risolvere la crisi. Con rinnovato impegno si sostengono le iniziative diplomatiche che cercano soluzioni politiche ai conflitti in Siria, Iraq e Libia. L’UE presta assistenza alla popolazione in Siria – soprattutto agli sfollati – e sostegno finanziario ai paesi limitrofi che accolgono il maggior numero di rifugiati siriani, come la Giordania, il Libano e la Turchia. Ad oggi sono stati mobilitati 3,9 miliardi di EUR a questo scopo. La lotta contro la criminalità organizzata dedita al traffico di migranti è un’altra priorità, segnatamente con l’operazione in mare EUNAVFOR MED. Nell’ambito della cooperazione con i paesi terzi sono inoltre stati firmati complessivamente 17 accordi di riammissione e 7 accordi di partenariato per la mobilità. L’UE intende approfondire il dialogo ad alto livello in corso con i partner fondamentali sul tema della migrazione, ad esempio nei processi di Rabat e Khartoum con i paesi africani, nel processo di Budapest con i paesi dell’Asia orientale e centrale, nella prossima conferenza che si terrà ai primi d’ottobre e nel vertice della Valletta previsto per l’11-12 novembre.
7. Un fondo fiduciario per l’Africa – Oggi, la Commissione europea ha stanziato 1,8 miliardi di EUR attingendo ai mezzi finanziari dell’UE per istituire un “Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare in Africa”, al fine di migliorare la stabilità e affrontare le cause profonde dei flussi di migrazione irregolare nelle regioni del Sahel, del Lago Ciad, del Corno d’Africa e dell’Africa settentrionale. Il fondo sosterrà queste regioni nello sviluppare maggiori opportunità socioeconomiche e migliori politiche di gestione della migrazione. La Commissione europea attende anche dagli Stati membri un contributo attivo, all’altezza delle ambizioni dell’Unione. La Spagna, ad esempio, ha già confermato la propria partecipazione.
8. L’altra faccia della solidarietà offerta agli Stati membri in prima linea è che tutti devono dar prova di responsabilità nell’applicare le regole comuni dell’UE A tal fine, questa settimana la Commissione inasprisce anche le procedure d’infrazione, laddove necessario per far rispettare le regole, e applica un metodo basato sui “punti di crisi” negli Stati membri in prima linea, onde assisterli nell’applicazione delle norme comuni dell’UE sull’asilo (vedi MEMO/15/5597).
Prossime tappe
Il Consiglio straordinario “Affari interni” dedicato alla migrazione, che si terrà il 14 settembre, offrirà agli Stati membri la prima occasione di discutere e adottare le proposte legislative della Commissione. I meccanismi di ricollocazione d’emergenza che la Commissione ha presentato a maggio e a settembre devono essere adottati dal Consiglio (con voto a maggioranza qualificata) in consultazione con il Parlamento europeo, mentre il meccanismo permanente di solidarietà e l’elenco europeo comune dei paesi d’origine sicuri devono essere adottati congiuntamente da Parlamento europeo e Consiglio (con procedura legislativa ordinaria). La proposta sul fondo fiduciario è presentata agli Stati membri nell’intento di completare le procedure necessarie in tempo per il vertice della Valletta che si terrà a novembre, durante il quale l’UE incontrerà i paesi africani maggiormente interessati per discutere della migrazione e della crisi dei rifugiati”.
Allegato: Ricollocazione di emergenza per Italia, Grecia e Ungheria
|
Italia |
Grecia |
Ungheria |
TOTALE |
Austria |
473 |
1529 |
1638 |
3640 |
Belgio |
593 |
1917 |
2054 |
4564 |
Bulgaria |
208 |
672 |
720 |
1600 |
Croazia |
138 |
447 |
479 |
1064 |
Cipro |
36 |
115 |
123 |
274 |
Repubblica ceca |
387 |
1251 |
1340 |
2978 |
Estonia |
48 |
157 |
168 |
373 |
Finlandia |
312 |
1007 |
1079 |
2398 |
Francia |
3124 |
10093 |
10814 |
24031 |
Germania |
4088 |
13206 |
14149 |
31443 |
Lettonia |
68 |
221 |
237 |
526 |
Lituania |
101 |
328 |
351 |
780 |
Lussemburgo |
57 |
185 |
198 |
440 |
Malta |
17 |
56 |
60 |
133 |
Paesi Bassi |
938 |
3030 |
3246 |
7214 |
Polonia |
1207 |
3901 |
4179 |
9287 |
Portogallo |
400 |
1291 |
1383 |
3074 |
Romania |
604 |
1951 |
2091 |
4646 |
Slovacchia |
195 |
631 |
676 |
1502 |
Slovenia |
82 |
265 |
284 |
631 |
Spagna |
1941 |
6271 |
6719 |
14931 |
Svezia |
581 |
1877 |
2011 |
4469 |
TOTALE |
15600 |
50400 |
54000 |
120000
|