La Corte d’Appello di Milano nega l’estradizione per il giovane marocchino, i pm chiedono l’archiviazione. Smontate le accuse degli investigatori tunisini
Milano – 28 ottobre 2015 – “Stanotte un terrorista marocchino, coinvolto nella strage del Museo di Tunisi, è stato arrestato vicino a Milano. Fermare partenze e sbarchi e controllare le frontiere, anche sospendendo Schengen. Subito!”
Matteo Salvini, il 20 maggio scorso, non perse tempo. Il 22enne marocchino Abdelmajid Touil era stato appena arrestato a Caggiano (Mi), con l’accusa di essere implicato della strage del museo del Bardo, a Tunisi, e il leader della Lega Nord sparò subito a zero, come se fosse la prova che sui barconi viaggiano terroristi.
Cosa dirà Salvini ora che Touil sarà scarcerato perché secondo gli investigatori italiani con la strage del bardo non c’entra?
Touil, che in effetti era arrivato in Italia su un barcone, era finito in carcere su richiesta delle autorità tunisine. A inchiodarlo sarebbe stato un testimone, che lo aveva riconosciuto in una foto, e una scheda telefonica a lui intestata che ha avuto contatti con la cellula terrorista. A giurare che Touil nei giorni della strage era in Italia, non era però solo sua madre, ma anche i vicini di casa e gli insegnanti della scuola di italiano che stava frequentando.
Oggi la Corte d’Appello di Milano ha negato l’estradizione di Touil verso la Tunisia. Estradizione impossibile, perché in quel Paese potrebbe essere punito con la pena di morte, non ammessa dall’ordinamento italiano. Al diniego di estradizione segue automaticamente la revoca delle misure cautelari e la scarcerazione.
Non finisce qui. La procura di Milano ha infatti deciso di non adottare lo stato di fermo né alcuna nuova misura cautelare contro Touil, ma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta nella quale è accusato di terrorismo internazionale e di strage. Secondo i magistrati, dalle indagini condotte in questi mesi dalla Digos della Questura e dai Ros dei Carabinieri non sono infatti saltati fuori elementi che lascino pensare che il giovane marocchino abbia avuto responsabilità in quello che successe al museo del Bardo.
Gli investigatori hanno accertato che dal 17 febbraio scorso, quando arrivò in Italia, Touil non è mai ripartito ed era qui anche il 18 marzo, giorno della strage. Il riconoscimento fotografico fatto dal testimone tunisino non può essere ritenuto attendibile.
Quanto alla scheda telefonica, Touil ha sempre sostenuto che gli è stata requisita, insieme a telefono e passaporto, da uno degli scafisti che lo ha portato in Italia. E in effetti, montata su altro apparecchio, quella scheda ha fatto telefonate dalla Tunisia quando Touil era “con certezza” già in Italia. Il “terrorista marocchino” di cui parlava Salvini, risulta insomma essere un ragazzo che si è fatto ingiustamente cinque mesi di prigione.
Touil, comunque, non potrà rimanere in Italia. Dopo lo sbarco del 17 ottobre era stato infatti colpito da un provvedimento di espulsione, ma era rimasto irregolarmente in Italia. Per questo motivo, dopo la scarcerazione, sarà trattenuto presso il Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino in vista del rimpatrio.
Stranieriinitalia.it