Nel 2016 via libera a lavoratori stagionali e autonomi e alle conversioni dei permessi di soggiorno. Intanto, però, si vuole far ripartire una programmazione seria per riaprire i canali di ingresso regolare in Italia
Roma – 6 novembre 2015 – Niente soprese per i flussi d’ingresso. Stessi numeri, cambia solo la forma.
I ministeri Lavoro e dell’Interno stanno preparando un nuovo mini-decreto flussi, che dovrebbe ricalcare le quote di quest’anno. L’unica novità sarà un accorpamento: nello stesso decreto si darà infatti il via libera a 13 mila ingressi per lavoro stagionale, a poche migliaia di ingressi per lavoratori autonomi o lavoratori subordinati che hanno partecipato a programmi di formazione nei Paesi di Origine e a un centinaio di ingressi per lavoratori sudamericani di origine italiana.
Il grosso, però, come lo scorso anno, saranno circa dodicimila quote destinate alle conversioni. Potranno cioè essere utilizzate da cittadini stranieri che si trovano già in Italia per altri motivi (stagionali, studenti, lungosoggiornanti in arrivo da altri Paesi Ue) e che ora potrebbero trasformare i loro vecchi permessi in permessi per lavoro autonomo o subordinato. Il decreto dovrebbe uscire entro gennaio 2016, in modo da far presentare le domande nel corso del prossimo anno.
Il flop degli stagionali
È quanto trapela da un incontro che si è svolto ieri presso la direzione immigrazione del ministero del Lavoro con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. L’occasione anche per commentare (senza che fossero chiariti tutti i dubbi) il flop degli ingressi per lavoro stagionale nel 2015. Delle 30 mila domande presentate, appena 2 mila si sono trasformate in contratti di lavoro, anche a causa di un fortissimo ritardo nella trattazione delle pratiche: appena 5 mila pareri rilasciati dagli uffici coinvolti.
“A che serve fare i flussi per gli stagionali in questo modo?” chiede Giuseppe Casucci, coordinatore nazionale del Dipartimento Politiche Migratorie della Uil. “I lavoratori non arrivano in tempo per le esigenze dell’agricoltura e così i caporali risultano essere molto più efficienti, in questo come in altri settori, a far incontrare domanda e offerta, con tutto il carico di sfruttamento che ciò comporta. Mi pare anche assurdo programmare nuove quote per gli stagionali nel 2016, se non è stato ancora possibile assegnare la maggior parte di quelle del 2015”
Ingressi per lavoro veri
Buone notizie? Solo una. A quanto pare, forse convinto dai lievi segnali di ripresa dell’occupazione degli stranieri, il governo è pronto a riavviare una programmazione seria degli ingressi per lavoro dall’estero in Italia, di fatto bloccata dal 2010, quando uscì l’ultimo decreto flussi degno di questo nome.
La macchina si sta rimettendo in moto. A breve dovrebbe essere riconvocato il comitato che riunisce i ministeri interessati (Interno, Lavoro, Esteri), gli Enti Locali, i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro, per rispondere alle domande: Di quanti nuovi lavoratori stranieri ha bisogno l’Italia? In quali settori? Dopo il confronto, arriveranno i numeri e l’ok a nuovi ingressi. Ci vorranno comunque mesi, se non addirittura un anno.
Sembra però così riaprirsi anche la possibilità di riaprire canali di ingresso regolari, grazie a quote riservate, con i Paesi che collaborano con l’Italia nella lotta all’immigrazione regolare. “Sono anni che non hanno nulla in cambio del loro impegno – ricorda Casucci – e intanto molti loro cittadini, pur di venire a cercare qui un lavoro, salgono sui barconi e rischiano la vita insieme ai profughi nelle acque del Mediterraneo”.
Elvio Pasca