Il sottosegr. alla Solidarietà Sociale: "Dobbiamo cambiare la legge, il lavoratore deve arrivare in tempi utili". "Su romeni e bulgari non abbiamo ancora deciso"
ROMA – "È un accordo importante sia per il suo valore specifico, che per l’indirizzo politico che delinea". Così il sottosegretario alla Solidarietà Sociale Cristina De Luca sul protocollo d’intesa per le domande dei flussi 2006 siglato ieri tra il suo ministero, il Viminale e i rappresentanti dei datori di lavoro.
"Le associazioni ci daranno una mano con l’espletamento del decreto flussi bis, – spiega De Luca a Stranieriinitalia.it – è una delle semplificazioni che a norma vigente abbiamo messo in campo per accelerare il rilascio dei nulla osta, e quindi far arrivare regolarmente in Italia, il prima possibile, i lavoratori stranieri".
State cercando aiuto su più fronti…
All’accordo con i datori di lavoro ne seguirà anche uno con i patronati. Inoltre negli Sportelli unici sono già arrivati i finanzieri e ora il nostro ministero ha pubblicato un bando per 140 interinali. Poi abbiamo avviato tutta una serie di correttivi e semplificazioni per accelerare il percorso delle pratiche, che sta durando troppo.
E l’ importanza politica dell’accordo di ieri?
Abbiamo stabilito una forma di collaborazione più sostanziale che potrà poi aiutarci in prospettiva su questo grande tema dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e di tutto quello che ne consegue.
Pensate a un nuovo ruolo per le associazioni dei datori di lavoro?
In questo momento siamo impegnati in questo lavoro di ascolto [anche attraverso un tour che toccherà 17 capoluoghi di Regione n.d.r.] che dovrebbe culminare in un contributo per il cambiamento della legge bossi-Fini. Quindi è chiaro che una forma di relazione stretta con i vari mondi non solo aiuta a risolvere dei problemi concreti, ma anche a vedere in prospettiva come lavorare. Perché è chiaro che anche noi pensiamo a un sistema di regolazione degli ingressi per lavoro, ma diverso dall’attuale.
Quanto diverso?
Deve essere un sistema flessibile, dobbiamo pensare allo sponsor, alle liste nei consolati, a un sistema di quote su base pluriennale che permetta aggiustamenti di tiro. L’incrocio tra domanda e offerta deve funzionare, facendo entrare regolarmente in Italia i lavoratori, senza creare delle sacche di irregolarità e tutti i problemi che ne conseguono. La legge Bossi-Fini voleva contrastare l’irregolarità, ma ha fallito: è inutile nasconderci che la gran parte dei lavoratori chiesti da famiglie e imprese con i flussi sono già in Italia…
Tornado ai flussi 2006, quando finirete?
Grazie agli interventi che abbiamo messo in campo finora, speriamo di espletare tutte le pratiche entro marzo. È un dato di fatto che con la normativa vigente tra la domanda di assunzione e l’ingresso del lavoratore in Italia passa un anno, così non si può andare avanti. La clandestinità va combattuta alla fonte, facendo in modo che il lavoratore arrivi in tempi utili, quando un datore di lavoro ne ha bisogno
Un terzo delle domande riguarda lavoratori romeni. Se da gennaio si liberalizzassero le assunzioni ci sarebbe molto meno arretrato da smaltire…
Su questo non è stata ancora presa una decisione. Il tema non è legato solo all’immigrazione, ma è complesso e impegna il governo nella sua totalità, per questo ci stano lavorando diversi ministeri. Stiamo studiando che tipo di attenzione mettere in atto rispetto a Romania e Bulgaria, ma non c’è ancora niente di deciso.
E non c’è nemmeno un orientamento?
No, per ora siamo ancora in fase di riflessione.
(7 dicembre 2006)
Elvio Pasca