“Tomato blues” è il titolo dell’esposizione fotografica sul tema dello sfruttamento dei braccianti agricoli nelle campagne del Sud Italia, che sarà inaugurata a Roma, venerdì 11 Dicembre 2015 alle ore 18,30, presso lo spazio coworking Millepiani (Via Nicolo Odero, 13 – Garbatella)
All’evento di inaugurazione interverrà Giancarlo Rolandi, Segretario di Slow Food Roma e docente “slow”, con i ragazzi del progetto “Strange Fruit”, dedicato proprio al pomodoro. Un progetto realizzato con la Fondazione MAXXI, che ha consentito di fornire a 15 rifugiati politici alcuni strumenti base di cucina, realizzando 10 ricette declinate sul tema del pomodoro, e un attestato HACCP.
“Tomato blues” è anche il nome di un progetto culturale più ampio che comprende, oltre all’esposizione, la produzione di un documentario e di un album musicale creato durante la produzione del documentario. L’intero progetto ha ad oggetto le condizioni di vita dei lavoratori immigrati nelle campagne del sud Italia e la possibilità di dialogo attraverso la musica.
All’evento inaugurale sarà presente la ManCon Blues 100’s Acoustic Band, che interpreterà le intense atmosfere blues, con il proprio repertorio di grandi classici e di composizioni inedite.
La mostra gratuita, curata da Universarte sarà visitabile tutti i giorni fino a domenica 20 dicembre, dalle ore 10:00 alle ore 20:00.
L’Esposizione
Venti immagini in bianco e nero, scattate nelle bidonville dei lavoratori stagionali dei campi del sud Italia, aprono uno squarcio nel pesante velo che oscura la consapevolezza di cittadini e consumatori. Nello stesso Paese che ha ospitato EXPO 2015, evento globale sul tema dell’alimentazione equa e sostenibile, si consuma quotidianamente lo sfruttamento silenzioso dei braccianti agricoli, prevalentemente immigrati, costretti a condizioni di lavoro e abitative equiparabili a quelle degli slum del Terzo Mondo.
L’esposizione vuole rappresentare uno sguardo scomodo su un fenomeno troppo spesso taciuto e ritrae tre diversi campi di residenza: “Il campo degli africani”, “La chiesa degli africani”, “Il campo dei bulgari”, bidonville stagionali, situate a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, nelle campagne di Manfredonia, in Puglia. Aggregazioni umane che ripropongono una inquietante divisione del mondo fra ricchi e poveri, fra immigrati clandestini e regolari, fra razze e “sottorazze”. Uno scenario che traccia i confini di nuove forme di segregazione, evocando e attualizzando il concetto di schiavitù.
Perché il Blues?
L’esposizione fotografica “Tomato blues”, inaugura il progetto dell’omonimo film-documentario sulla musica dei braccianti migranti. Ambientato fra gli immigrati raccoglitori di pomodori, che affollano le campagne del Tavoliere delle Puglie nei mesi estivi, il road movie musicale segnerà l’incontro del Blues con la musica dei braccianti. Esso ripercorrerà, quindi, le origini del blues e le ragioni ultime della sua nascita: la sofferenza e la pena degli sfruttati, dei parìa, degli uomini schiavi degli altri uomini.
Ciascuna comunità di braccianti ha la sua propria musica: balcanica, rap, hip-hop, araba, e così via. Una piccola troupe di documentaristi seguirà una blues band in un tour nelle campagne, in cerca di uno scambio musicale, che possa aprire la strada a una comprensione umana più profonda.
Il viaggio della piccola carovana di bluesman e di documentaristi avrà, quindi, uno scopo preciso: comporre una musica nata dall’incontro fra i bluesman e i migranti. Sarà proprio la musica creata durante il viaggio, un pezzo musicale per ogni campo di residenza visitato, che diventerà la colonna sonora del documentario, nonché una track-list musicale da diffondere parallelamente.