Acquisizioni e riconoscimenti aumentati del 37% in un anno, in testa albanesi e marocchini, meno interessati i romeni. I dati dell’Istat
Roma – 10 giugno 2016 – Nonostante la legge sulla cittadinanza sia ancora un percorso a ostacoli per immigrati e figli, aumentano di anno in anno i nuovi italiani: quasi 180 mila nel 2015, il 37% in più rispetto all’anno precedente.
I dati arrivano dall’Istat, che ha pubblicato oggi il Bilancio Demografico Nazionale. Dice che al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera (8,3% dei residenti a livello nazionale, 10,6% al Centro-nord). Per la prima volta negli ultimi novanta anni, la popolazione è diminuita, ma Il calo riguarda esclusivamente quella di cittadinanza italiana.
“Si conferma il trend di crescita dei nuovi cittadini italiani, nel 2015 sono circa 178 mila, oltre 35 ogni mille, con un consistente incremento rispetto al 2014 (+37%)” scrive inoltre l’Istat. Nel conteggio sono comprese le acquisizioni e i riconoscimenti della cittadinanza per matrimonio, naturalizzazione, trasmissione automatica al minore convivente da parte del genitore straniero divenuto cittadino italiano, per elezione da parte dei 18enni nati in Italia e regolarmente residenti ininterrottamente dalla nascita, per ius sanguinis.
“Tra i nuovi cittadini italiani – notano i ricercatori si registra un sostanziale equilibrio tra i generi. Si tratta per lo più di persone appartenenti a collettività di antico insediamento in Italia che, nel tempo, hanno maturato i requisiti relativi alla residenza continuativa previsti dall’ordinamento italiano per essere naturalizzati”.
Il 20,4% di quanti hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2015 ha come cittadinanza di origine quella albanese, il 18,4% quella marocchina, solo il 7,6% quella rumena. Per le prime due collettività l’incidenza delle acquisizioni di cittadinanza rispetto allo stock di residenti in Italia all’inizio del 2015 risulta particolarmente elevata (quasi il 7%), mentre scende all’1% per i cittadini rumeni “i quali, verosimilmente, hanno meno interesse ad acquisire la cittadinanza italiana in quanto originari di un paese membro dell’Unione europea”.
A livello territoriale, le acquisizioni di cittadinanza italiana risultano più numerose nelle regioni dove si concentra una presenza straniera stabile da più tempo: Lombardia (25,8% del totale), Veneto (14,5%), Emilia Romagna (12,6%). Se si considera il tasso per mille stranieri residenti, le regioni con i valori più elevati risultano il Trentino-Alto Adige (58,6), le Marche (53,3), il Friuli-Venezia Giulia (51,4), il Veneto (50,4).
“Le acquisizioni della cittadinanza italiana comportano, ovviamente, una diminuzione della popolazione straniera residente” ricorda l’Istat. “A questo proposito vale la pena sottolineare che parte della diminuzione della popolazione straniera nel Nord-est del Paese può essere dovuta, oltre che alla diminuzione dei flussi in ingresso, all’elevato numero di cittadini stranieri che divengono italiani. Il Nord-est, infatti, fa registrare il più elevato numero di acquisizioni della cittadinanza italiana per mille stranieri residenti (47,5 per mille)”.