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Ue. Le Ong: “Stop ai patti con l’Africa,  così si distruggono i diritti umani”

Amnesty international e altre 103 organizzazioni non governative contro la proposta della Commissione Europea. “La complicità e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani non terminano ai confini dell’Europa”

Roma – 28 giugno 2016 – Se non verrà respinto il piano della Commissione europea sull’immigrazione, che vuole vincolare gli aiuti allo sviluppo per i Paesi africani al controllo dell’immigrazione irregolare, l’Unione europea aprirà un capitolo nero della sua storia. 

È la denuncia di una coalizione di Amnesty International e di altre 103 Organizzazioni non governative (Ong), per i diritti umani, umanitarie e che si occupano di assistenza medica, immigrazione e sviluppo, secondo le quali l’Europa rischia di distruggere la sua politica estera sui diritti umani e di pregiudicare il diritto d’asilo a livello internazionale. 

Orientandosi verso una politica estera avente l’unico obiettivo di fermare l’immigrazione, denunciano le Ong, l’Unione europea e i suoi stati membri rischiano di pregiudicare ulteriormente la loro credibilità e autorevolezza in materia di diritti umani. Le Ong pertanto hanno chiesto ai leader europei di respingere il piano della Commissione, che farebbe della deterrenza e del rimpatrio il principale obiettivo delle relazioni coi paesi terzi. 

Il piano propone di usare aiuti, scambi commerciali e altre forme di finanziamento per incoraggiare i paesi terzi a ridurre il numero di migranti in partenza verso le coste europee. Il piano, predisposto dalla Commissione all’inizio di giugno e all’esame del summit europeo di Bruxelles questa settimana, si ispira all’accordo tra Unione europea e Turchia che ha lasciato migliaia di persone intrappolate in Grecia in condizioni disumane e degradanti, soprattutto i bambini e le centinaia di minori non accompagnati che si trovano nei centri di detenzione o sono costretti a dormire nelle celle delle stazioni di polizia. 

Non ci sono garanzie, spiegano le Ong, per assicurare il rispetto dei diritti umani e degli standard sullo stato di diritto né meccanismi di protezione che tengano quando l’Unione europea stringe accordi con governi ritenuti utili per fermare l’immigrazione verso l’Europa. Tutto questo rischia di produrre gravi violazioni del diritto internazionale, che proibisce i respingimenti verso paesi in cui le persone rischiano di subire violazioni dei diritti umani. 

“La complicità e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani non terminano ai confini dell’Europa”, affermano le 104 Ong. 

Il piano della Commissione ignora inoltre tutte le prove che hanno dimostrato l‘inefficacia delle strategie di deterrenza destinate a fermare l’immigrazione. L’attuale approccio dell’Unione europea non solo non fermerà le lucrose attività dei trafficanti ma aumenterà la sofferenza delle persone costrette a intraprendere viaggi pericolosi per raggiungere l’Europa. 

La coalizione delle Ong teme fortemente che col piano della Commissione europea le attuali politiche di aiuti allo sviluppo si trasformeranno in politiche di aiuti per fermare l’immigrazione: “un’inaccettabile contraddizione rispetto all’impegno dell’Unione europea a usare la cooperazione allo sviluppo per sradicare la povertà”, dicono le 104 Ong. 

Secondo le Ong, gli accordi per la “gestione dell’immigrazione” con paesi dove i diritti umani sono gravemente violati sarà nel lungo termine controproducente. Accordi del genere finiranno per “compromettere i diritti umani nel mondo e perpetuare il ciclo di violazioni e repressione che costringe le persone a fuggire”. 

Le Ong chiedono ai leader europei di respingere il piano della Commissione e di sviluppare, piuttosto, una strategia sostenibile a lungo termine per la gestione dei flussi migratori.  “L’Unione europea, un progetto costruito sulle macerie di una guerra devastante, si appresta a entrare in un periodo nero della sua storia”.

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