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Amato: “I campi rom sono il nostro Darfur”

Appello ai media per la rimozione dei pregiudizi. "Una legge per riconoscere la comunità Rom come minoranza tutelata"

Roma – 24 gennaio 2008 – "Gli stereotipi zingaro-ladro, zingaro-sporco, le stimmati di infamia, sono pregiudizi che è necessario rimuovere". Così il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, che ieri ha chiuso i lavori della prima Conferenza europea sui Rom.

Amato ha sottolineato come fosse necessario partire con un convegno prima ancora che con un’opera legislativa su un tema così complesso, che impone una “decostruzione ed una ricostruzione delle rappresentazioni di questa realtà, che, se basata su pregiudizi, è di ostacolo all’intervento dei poteri pubblici". Per il responsabile del Viminale si tratta di schemi creati dagli “habentes” a danno dei “non habentes”, che partoriscono disastri sul piano umano.

Di qui l’appello ai mass media, perchè collaborino nella rimozione di questi pregiudizi, non parlando dei rom solo quando soo protagonisti di eventi negativi. “Mostrare il Darfur è servito per far arrivare soldi a quelle popolazioni; il nostro Darfur e nelle piccole baraccopoli delle nostre città, ma nessuno manda un contributo per queste realtà”.

Parallelamente alla rimozione dei pregiudizi, ha sostenuto poi il ministro, serve una legge che riconosca la comunità Rom come minoranza tutelata. E in questo senso “l’apolidia ci può aiutare”, perché molti rom sono arrivati negli anni passati dalla ex Jugoslavia e non hanno documenti o nazionalità.

Amato ha poi sottolineato il problema delle soluzioni abitative, evidenziando la difficoltà a conciliare gli assetti urbanistici delle nostre città e i modelli abitativi di queste popolazioni. Poi uno sguardo all’Europa “che ha un ruolo importante, un ruolo trasversale, perché il problema Rom attraversa tutta l’Europa”.

“C’è un grande lavoro da fare” – ha concluso il ministro – “al di là dei governi, c’è un lavoro che tutti devono fare, con i propri giudizi, con i propri pregiudizi”.

 

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