La campionessa italiana del volley: “I razzisti? Ignoranti, ma in Italia c’è anche gente aperta”
Milano 12 dicembre 2016 – “Mi sento afro-italiana. Canto l’inno di Mameli ma non dimentico da dove provengo”.
Parole di Paola Ogechi Egonu, quasi 18 anni e un presente e un futuro da campionessa. L’azzurra del volley, figlia di immigrati, si racconta oggi sul Corriere della Sera e parla anche di cosa significhi essere una seconda generazione e un’italiana (anche per legge: la cittadinanza gia ce l’ha) con la pelle nera.
“Mamma e papà – ricorda – sono nigeriani. Si sono conosciuti in Italia, a Galliera Veneta. Ho due fratelli, Andrea e Angela, tredici zii di cui una suora in Vaticano e innumerevoli cugini”.
Secondo Paola Egonu, “avere più culture significa essere ricca: mi sento a casa a Milano, a Lagos e Abuja, a Manchester dove, dallo scorso febbraio, si sono trasferiti i miei genitori per dare più possibilità ai miei fratelli. Papà ha cercato di convincermi a seguirli ma io ho scelto di restare a Milano: voglio sfruttare le opportunità che mi dà la pallavolo”.
E il razzismo? Anche lei è stata vittima di cori vergognosi… “Gli sguardi – dice – me li sento addosso tutti i giorni, sull’autobus o per strada. Me li lascio scivolare. In Italia ci sono ignoranti che non sanno e, quindi, giudicano e gente aperta, disposta ad ascoltare la mia storia. Parte tutto da chi ci educa”.