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Minniti, Poletti e Alfano al governo dell’immigrazione

Guideranno i ministeri dell’Interno, del Lavoro e degli Esteri. Tre ruoli chiave per gli immigrati nella squadra scelta da Paolo Gentiloni

 

 

Roma – 12 dicembre 2016 – Difficile dire fino a quando durerà e come si occuperà di immigrazione, ma certo nel nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni saranno soprattutto i ministri Marco Minniti, Giuliano Poletti e Angelino Alfano ad attirare l’ attenzione degli stranieri in Italia. 

Il nuovo ministro dell’Interno è Marco Minniti, 60 anni e una laurea in filosofia, esponente del Partito Democratico fino a oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti. A lui la poltrona probabilmente più importante nel governo dell’immigrazione in Italia, sulla quale finora era seduto Angelino Alfano. In realtà si tratta di un ritorno “con promozione” al Viminale, dove Minniti era già stato tra il 2006 e il 2008 viceministro dell’Interno.

Al ministero dell’Interno fanno capo Questure e Sportelli Unici per l’Immigrazione e quindi buona parte della burocrazia dell’immigrazione in Italia: permessi di soggiorno, accordi di integrazione, ricongiungimenti familiari, concessioni di cittadinanza italiana. Il Viminale coordina commissioni territoriali per il riconoscimento del diritto d’asilo e il sistema di accoglienza dei profughi. Attraverso la Polizia di Stato, contrasta l’immigrazione irregolare e si occupa delle espulsioni.

 


Giuliano Poletti,
 65 anni, è stato confermato da Gentiloni come ministro del Lavoro e delle politiche sociali, ruolo per il quale era stato già scelto da Matteo Renzi. Perito agrario, ha iniziato a lavorare come tecnico agricolo. Tra gli anni ’70 e ’80 ha militato nel Partito Comunista Italiano, all’inizio degli anni ’90 nel Partito Democratico della Sinistra, dopodichè non  si è iscritto ad altri partiti. È stato presidente della Legacoop Nazionale e dell’Alleanza Nazionale delle Cooperative.  

Il ministero del Lavoro programma gli ingressi di lavoratori stranieri dall’estero, definendo le quote dei decreti flussi in base al fabbisogno di famiglie e imprese, un canale rimasto di fatto chiuso negli ultimi anni (tranne che per gli stagionali) a causa della crisi economica. Deve però occuparsi anche del mezzo milione di immigrati disoccupati in Italia. Gestisce programmi di integrazione e interventi a sostegno alle fasce  più bisognose della popolazione, delle quali fanno parte anche molti stranieri. 

 

Agli Esteri arriva un altro volto già noto agli stranieri in Italia: Angelino Alfano, 46 anni, avvocato. Fondatore e presidente del Nuovo Centro Destra, partito alleato di governo del Pd, in passato è stato segretario del Popolo delle Libertà e delfino di Silvio Berlusconi. Ha già ricoperto incarichi di governo importanti: ministro della Giustizia, vicepresidente del Consiglio e, fino a oggi, quello di ministro dell’Interno.  

Il ministero degli Esteri è la voce dell’Italia nel mondo e quindi cura anche i rapporti con i Paesi d’Origine degli immigrati, stringendo accordi anche sul fronte dell’immigrazione e gestendo progetti di cooperazione allo sviluppo. È dalla Farnesina (il nome del Palazzo in cui ha sede il ministero degli Esteri) che dipende la rete dei consolati italiani nel mondo, dalla quale deve necessariamente passare chi ha bisogno di un visto per l’Italia. 

Elvio Pasca

 

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