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Ricongiungimento familiare, ora la risposta deve arrivare entro tre mesi

Il decreto legge su immigrazione e asilo ha dimezzato i tempi, da 180 a 90 giorni. Il governo ha scelto però di non ripristinare il meccanismo del silenzio-assenso

 

Roma – 21 febbraio 2017 – I diretti interessati difficilmente se ne saranno accorti, ma i ricongiungimenti familiari, almeno sulla carta, sono diventati più veloci. 

La novità è scattata sabato scorso, con l’entrata in vigore del decreto legge su immigrazione e asilo. Tra le tante norme, dedicate prevalentemente a profughi e irregolari, ce ne sono infatti un paio che riguardano chi vive regolarmente in Italia e vuole portare qui anche la moglie, il marito, i figli o i genitori

Una modifica all’articolo 29 del testo unico sull’immigrazione, sancisce che le domande di ricongiungimento vanno presentate “con modalità informatiche”, allo Sportello  unico  per l’immigrazione della Prefettura, che “con le stesse modalità, ne rilascia ricevuta”. Nulla di nuovo, in realtà, si scrive nella legge una prassi in vigore ormai da anni. 

Più importante invece la norma che dimezza i tempi entro cui lo Sportello Unico per l’immigrazione è tenuto a rilasciare il nulla osta al ricongiungimento familiare. Non più “entro centottanta giorni”, ma, dice il decreto legge, “entro novanta giorni”. Quindi d’ora in poi, trascorsi tre mesi senza una risposta, lo straniero potrà sollecitare o diffidare la Prefettura, fino ad avviare un’azione legale. 

Nel binomio “severità e integrazione” su cui tanto insiste il ministro dell’Interno Marco Minniti, questa sembrerebbe una piccola (la prima?) novità sul fronte dell’integrazione. Peccato però che si sia persa l’occasione di fare un passo in più, in modo da rendere questa novità molto più utile agli immigrati regolari. 

Fino al 2009, oltre a indicare i tempi di risposta per le domande di ricongiungimento, il Testo Unico sull’Immigrazione prevedeva anche un meccanismo di silenzio assenso. Se lo Sportello Unico per l’Immigrazione non rispondeva in tempo, i familiari all’estero potevano rivolgersi direttamente al consolato italiano e farsi rilasciare il visto d’ingresso

Quel meccanismo fu cancellato con la legge sulla sicurezza (L 94/2009) da Lega Nord e Popolo della Libertà. Quando al governo è arrivato il centrosinistra, nessuno ha pensato di ripristinarlo. Una scelta ora confermata anche da Minniti e Gentiloni.

Elvio Pasca

 

“DECRETO-LEGGE 17 febbraio 2017, n. 13 “Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione   internazionale, nonchè per il contrasto dell’immigrazione illegale”.

 Articolo 9. 

1. Al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni: 

a) […]

b) all’articolo 29: 

      1) al comma 7, il primo periodo e’ sostituito dal seguente:    «7.  La  domanda  di  nulla  osta  al  ricongiungimento  familiare, corredata della documentazione relativa ai requisiti di cui al  comma 3, e’ inviata, con modalita’ informatiche, allo Sportello  unico  per l’immigrazione  presso  la  prefettura  –  ufficio  territoriale  del Governo competente per il luogo di dimora del richiedente, il  quale, con le stesse modalita’, ne rilascia ricevuta»; 

      2) al comma 8,  le  parole:  «entro  centottanta  giorni»  sono sostituite dalle seguenti: «entro novanta giorni»”. 

 

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