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Asilo. Amnesty: siamo preoccupati riguardo il Decreto Minniti

Roma, 14 aprile 2017 – Dopo l’approvazione definitiva alla Camera è diventato legge il Decreto legge del 17 febbraio 2017 n. 13 di cui una parte significativa verte sulla gestione del diritto di asilo in Italia.
Contro questo decreto (cosiddetto Minniti – Orlando) intitolato “Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale”, si sono levati diversi pareri contrari, tra i quali quello di Amnesty International Italia il cui presidente, Antonio Marchesi, ha particolarmente criticato la parte riguardante le garanzie procedurali dei richiedenti.

L’organizzazione internazionale denuncia in particolare il fatto che certe scelte siano state dettate più dal desiderio di celerità delle procedure, che di tutela dei migranti, a penalizzazione dei diritti dei richiedenti asilo, specie su due punti: il primo riguarda la procedura di decisione sull’accoglimento o il respingimento della domanda d’asilo, da parte delle nuove sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea. Tali sezioni si baseranno esclusivamente sull’esame della sola videoregistrazione dell’intervista rilasciata, attraverso un interprete.

L’altro punto contestato è il fatto che sia stato abolito per i richiedenti asilo il secondo grado di appello, riducendo di fatto a soli due i gradi di giudizio invece dei tre che normalmente l’ordinamento giudiziario italiano garantisce per tutti i cittadini e per tutte le controversie giudiziarie. Al richiedente asilo, dopo la prima decisione delle sezioni preposte, rimarrebbe dunque solo l‘ultima ed unica possibilità di Cassazione data dall’audizione di fronte alla Commissione territoriale.

Oltre a notare le critiche e perplessità espresse da autorevoli esponenti (avvocati e magistrati) ed organi del mondo giudiziario (come l’ANM: Associazione Nazionale Magistrati), Amnesty International Italia esprime particolare preoccupazione sull’effetto combinato dei due provvedimenti che pongono una forte limitazione del contraddittorio e della pubblicità dell’udienza, paventando degli esiti che possono esporre un individuo a rischi per la vita e l’incolumità personali. In particolare l’abolizione del diritto d’appello rispetto alla decisione del tribunale in materia di protezione internazionale presenta, secondo Amnesty International Italia, degli elementi da cui ravvisare aspetti discriminatori in materia di diritto tra cittadini e stranieri in cerca di protezione internazionale.

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