Roma, 25 settembre 2018 – I cittadini dell’Unione europea dovrebbero essere sottoposti alle stesse regole degli immigrati del resto del mondo per lavorare nel Regno unito dopo la transizione post-Brexit. E’ questo un accordo raggiunto nel governo britannico, secondo la stampa locale. Nella sua riunione di ieri, il governo ha “unanimemente sostenuto un sistema basato sulla competenze piuttosto che sulla nazionalità” dei migranti, scrive la BBC. I cittadini dell’Unione europea sono attualmente liberi di stabilirsi e lavorare nel Regno unito, una situazione che finirà dopo il periodo di transizione post-Brexit, a dicembre 2020, in caso di accordo tra Londra e Bruxelles sul condizioni dell’uscita britannica dall’Ue. Questo principio segue una raccomandazione formulata dal Comitato consultivo sulle migrazioni (CAM) in un rapporto indirizzato al governo e pubblicato il 18 settembre. Il direttore del CAM, Alan Manning, ha preso parte ieri alla riunione del governo per esprimere le sue conclusioni. Nello studio il CAM raccomanda d’elaborare un sistema d’immigrazione che non offra alcuna preferenza ai cittadini europei, se la questione del’immigrazione non sarà integrata nei negoziati sulla Brexit. “Il governo s’è messo d’accordo sul fatto che, dopo la fine della libera circolazione nel Regno unito, sarà in grado di mettere in campo un nuovo sistema funzionante nel miglior interesse del paese, in particolare per accrescere la produttività”. Ha sottolineato a margine della riunione un portavoce di Downing Street. La premier Theresa May dovrebbe comunicare i suoi piani in materia d’immigrazione durante la conferenza del Partito conservatore che si aprirà domenica a Birmingham e continuerà per quattro giorni. Venerdì ha affermato che i diritti dei cittadini europei già residenti oltremanica saranno protetti dopo la Brexit.
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Gran Bretagna, dopo Brexit ‘immigrati’ Ue trattati come gli altri
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