Roma, 11 gennaio 2019 – Hanno rischiato di morire a pochi metri dalla terraferma e se sono salvi lo devono a decine di semplici cittadini che non ci hanno pensato un momento a gettarsi in mare per portarli al sicuro. E’ quanto è accaduto a 51 migranti di etnia curda che sono arrivati all’alba sulla costa crotonese, nella frazione Torre di Melissa. Il primo sbarco del 2019 in Italia, su una rotta, quella balcanica, che, di fatto, è sempre andata avanti senza subire fermate.
Una rotta su cui navigano prevalentemente piccole barche a vela che riescono, per dimensioni e forgia – sembrano navi di croceristi – a sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine. Un flusso praticamente ininterrotto che porta a riva piccole quantità di essere umani, provenienti prevalentemente dalla Turchia, dal Medio Oriente o dal Sud est asiatico. Lo scorso anno furono una ventina, in prevalenza sulla costa crotonese, ma anche su quella ionica reggina. Nonostante gli sforzi e la generosità degli abitanti del posto, però, uno dei migranti è stato inghiottito dai flutti e adesso risulta disperso, mentre i carabinieri della Compagnia di Cirò Marina hanno individuato i presunti scafisti, due cittadini russi di 43 e 25 anni, bloccati in un albergo in cui erano andati a dormire. La barca sulla quale viaggiavano i 51 migranti – tra loro sei donne, tre bambini ed un neonato – si è incagliata a pochi metri dalla costa, nei pressi di un albergo, dopo essere stata abbandonata dagli scafisti e si è rovesciata su un lato.
Le grida disperate hanno svegliato alcuni residenti della zona. I cittadini non ci hanno pensato su due volte e sono corsi in acqua per portare a riva quei disperati.