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Nasce una guida al Gentilini-pensiero

Gli immigrati della Marca preparano una raccolta in 161 lingue sulle “sparate” più celebri del prosindaco trevigiano
 

Treviso – 12 febbraio 2008 – Il prosindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, diventato famoso con le sue “perle” sugli immigrati, entrerà nella storia proprio grazie a coloro che hanno ispirato le sue frasi più bizzarre, spesso al centro di discussioni e inchieste giudiziarie. Un gruppo di stranieri ha deciso infatti di farne una raccolta e di tradurle nelle 161 lingue delle altrettante etnie presenti nel trevigiano.

Il promotore dall’iniziativa è Abdallah Khezraji, mediatore culturale marocchino che spiega: "Come ci è stata tramandata la filosofia greca attraverso gli scritti di Aristotele, Platone e altri, così vogliamo che anche il pensiero, seppure meno nobile di Giancarlo Gentilini, sia impresso nero su bianco e tradotto in numerose lingue".

Si tratta di una provocazione come le tante che ha lanciato lo sceriffo a immigrati, omessessuali, preti comunisti, nomadi e prostitute. “L’idea è da leggere in chiave ironica – spiega Abdallah Khezraji – ma è anche un modo per far comprendere bene le sparate di Gentilini a tutti gli stranieri, perché molti non conoscono sufficientemente bene l’italiano per capirle”.

“Gentilini per noi è uno stimolo – prosegue Abdallah – dovrebbero premiarci per la pazienza che abbiamo di resistere alle provocazione di un personaggio del genere e per la capacità di riderci su. A Treviso gli immigrati sono molto attivi, c’è un associazionismo straordinario, difficile da trovare altrove in Italia. Riusciamo a dare vita a una convivenza pacifica, di dialogo, e con le sue sparate il prosindaco ci mette i bastoni tra le ruote influenzando principalmente le persone anziane”.

Il gruppo di autori appartenenti a diverse nazionalità ha già preparato una raccolta delle frasi celebri di Gentilini sindaco e vicesindaco. Ad aprire il vademecum sul pensiero ‘gentiliano’ dovrebbe essere l’invito che valse allo sceriffo il rinvio a giudizio per istigazione all’odio razziale: «Travestiamo gli stranieri da leprotti per far esercitare i cacciatori». Fra gli immigrati la frase si è guadagnata il primo posto in classifica a pieni voti, ma loro l’hanno già rimandata al mittente. “Che si vesta lui da leprotto e noi facciamo i cacciatori”, dice Abdallah.

Il volumetto intende poi attraversare le fasi salienti che hanno reso famoso lo sceriffo: dalla rimozione delle panchine dai giardinetti nel 1997 per impedire "agli extracomunitari di bivaccare", al paragonare i musulmani alla meningite o al cancro della comunità cristiana, fino al consiglio rivolto ai rifugiati politici: «In mezzo al mare c’è il carcere dell’Asinara, lì si sta benessimo», e così via.

La breve “antologia”, che comprenderà anche una piccola storia sul sindaco, verrà distribuita in occasione di eventi, nelle ambasciate e perfino nei consolati italiani dei Paesi di provenienza degli immigrati trevigiani. Il documento, che dovrebbe essere pronto entro marzo, sarà comunque reso disponibile a chiunque, anche in funzione di "promemoria" in vista delle prossime elezioni comunali.

Antonia Ilinova

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