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Frattini: “Fare il tagliando a Schengen”

"Il reato di immigrazione clandestina è una proposta che ha vantaggi e svantaggi" ROMA, 16 maggio 2008 – E’ tempo di portare avanti con decisione la riflessione europea sulla Convenzione di Schengen affinché i controlli alle frontiere esterne siano davvero efficaci, anche con meccanismi di ispezioni a sorpresa da parte della Commissione europea, prendendo le impronte digitali dei cittadini extra-Schengen e adottando una banca dati europea.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ritiene necessario "fare il tagliando" a un accordo ormai vecchio di 22 anni e verificare se, in un’Europa profondamente mutata, siano davvero ancora efficienti i controlli esterni o se sia il caso di aggiornamenti e cambi in corsa ad un’intesa nata quando ancora c’era il muro di Berlino e che adesso comprende ben 24 Paesi (22 comunitari più Islanda e Norvegia).

Sarà una riflessione in ambito europeo, senza decisioni unilaterali, spiega Frattini che, incontrando i giornalisti a Lima, ribadisce che le decisioni che il governo italiano prenderà sul tema dell’ immigrazione e sicurezza saranno "dentro le norme europee" e in un clima di collaborazione con la Romania e con gli altri Paesi da cui provengono flussi migratori. Inoltre, l’Italia ha intenzione di chiedere presto i fondi europei previsti per l’integrazione dei rom, cosa fatta con successo da altri Paesi Ue, con la Spagna in prima fila, ma mai da Roma.

Sulla Romania, il nuovo ministro degli Esteri conferma che "non ci saranno espulsioni di massa" e che dovranno essere recepite parti della direttiva Ue come quella che prevede i limiti del reddito. Per quanto riguarda l’ipotesi di istituire il reato di immigrazione clandestina, il titolare della Farnesina spiega di considerarla una proposta che ha "vantaggi e svantaggi". Da un lato c’é "l’effetto di deterrenza", dall’ altro "l’affollamento delle carceri". L’approccio comunque non è e non sarà "ideologico", spiega Frattini, secondo il quale difficilmente si potrà trattare di una norma introdotta con decreto legge.

Quella di Frattini è una lettura del problema immigrazione tutta in chiave europea e il ministro insiste sulla necessità di una rivisitazione della Convenzione di Schengen, anche in considerazione di una sensibilità più marcata nel settore della sicurezza da parte di buona parte dei leader europei. "Oggi è chiaro che l’Europa non ha più solo il problema della libera circolazione ma anche il tema della sicurezza alle frontiere", spiega, ricordando di aver sollevato il problema già da commissario europeo. E, comunque, non è l’ Italia che vuole rivedere Schengen. E’ "l’Europa che sta riflettendo su Schengen, vent’anni dopo", e "io credo che ci voglia un’analisi della complessità delle misure di sicurezza di un’Europa che è completamente cambiata". Oggi c’é la "necessità di un controllo ispettivo, continuativo, delle frontiere di Schengen" e questo si può fare attraverso "un meccanismo di ispezioni a sorpresa della commissione europea".

In questo direzione, secondo Frattini sarà opportuno chiedere ai cittadini extra-Schengen la registrazione delle impronte digitali ("d’altra parte, lo fanno i cittadini europei che vanno negli Usa") da inserire in una Banca dati comune, collegata eventualmente con macchinette elettroniche in dotazione alle pattuglie di polizia europee. Per quanto riguarda nel dettaglio la cooperazione con la Romania, Frattini ha riferito di aver già parlato con il premier Calin Popescu Tariceanu ed ha spiegato di ritenere fondamentale l’attuazione di alcuni accordi bilaterali che non hanno avuto molto seguito. Tra questi c’é l’accordo italo-romeno che prevedeva il rimpatrio di coloro che commettono reato e della legge romena che stabilisce che i cittadini romeni espulsi da un altro paese comunitario possano essere soggetti in Romania a una limitazione di circolazione. Si era parlato di pattugliamenti misti di polizia italiana e romena, fino ad oggi non attuati.

Per quanto riguarda i rom e i campi illegali, il ministro degli Esteri ha insistito sulla necessità di salvaguardare e proteggere in modo particolare i bambini, arrivando anche ad interrompere la potestà genitoriale a coloro che sfruttano e usano violenze sui bambini. Per i bambini la scolarizzazione è fondamentale e i bambini rom dovrebbero essere mandati a scuola "forzatamente", anche contro il parere dei genitori. L’Italia, fra l’altro, è l’unico Paese che non ha chiesto fondi europei per programmi di integrazione dei rom, ha ricordato Frattini, annunciando che il governo Berlusconi li chiederà subito. Per quanto riguarda invece l’immigrazione illegale di cittadini extra-comunitari (la Romania è membro dell’ Ue dal gennaio 2007 e i suoi cittadini, pur non facendo parte Bucarest dell’ accordo di Schengen, beneficiano del diritto della libera circolazione tra i 27), Frattini ha confermato l’intenzione di studiare un’estensione del periodo di custodia nei Cpt a 18 mesi per tutta l’Europa. Attualmente ci sono Paesi in cui il periodo é superiore, o Paesi in cui non esiste un limite.

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