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Caritas: “Inutile il reato di immigrazione clandestina”

Forti: "Non fermerebbe gli ingressi irregolari". "Inevitabile una regolarizzazione" Roma – 20 maggio 2008 – "Non conosciamo ancora l’articolato definitivo del pacchetto sicurezza, ma siamo perplessi rispetto ai toni e alle proposte che circolano in questi giorni" dice a Stranieriinitalia.it Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas.

Caritas, che venerdì scorso ha incontrato  il ministro dell’Interno Roberto Maroni, è contraria al reato di immigrazione clandestina. “Non solo mancano elementi giuridici a sostegno di questa proposta, ma soprattutto non si raggiungerebbe l’obiettivo che ci si propone. Non ci sono norme restrittive che possono scoraggiare l’ immigrazione clandestina” spiega Forti.

L’alternativa?
“Politiche di largo respiro, bisogna ragionare sull’integrazione di chi già si trova in questo paese e sulla cooperazione con i paesi di origine. Nessuno crede più che si possono fermare questi flussi, ma vanno indirizzati in maniera più virtuosa,  più proficua per tutti”.

E che fare di chi è già qui senza permesso di soggiorno?
“Se è vero che in Italia ci sono ormai quasi un milione di irregolari, una regolarizzazione è inevitabile, del resto ce ne sono state tante anche negli anni passati sotto forma di decreti flussi. È uno strumento emergenziale, ma è l’unico che rimane quando non si hanno politiche in grado di decomprimere la forte base di irregolarità. Solo così potremo dare un futuro a queste persone”.

Con Maroni avete parlato anche dei rom?
“Attraverso i commissari prefettizi si vorrebbero riorganizzare i campi, renderli più vivibili. Noi abbiamo detto al ministro che in molti luoghi bisogna combattere il disagio che riguarda tutta la collettività, italiana e straniera. I fatti di Napoli non sono legati tanto alla presenza dei rom, quanto a un contesto generale di alto degrado. C’è poi da fare un discorso più ampio, sulla “dissociazione” che vivono molti italiani”.

Dissociazione?
“Spesso le stesse persone che puntano il dito contro i clandestini e li identificano con criminalità e quindi pericolo, poi hanno in casa una colf o una badante senza permesso di soggiorno e non la vedono certo come una minaccia. Bisogna intervenire su questa percezione, informare correttamente su cos’è l’immigrazione ed essere molto più responsabili quando si parla di sicurezza”. 

Elvio Pasca

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