"La mancata unificazione della famiglia avrà effetti a lungo termine". L’appello ai governi Città del Vaticano – 30 maggio 2008 – Mantenere l’unità della famiglia o ottenerne il ricongiungimento è un obiettivo fondamentale, che va perseguito anche per gli immigrati irregolari. Così il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti, organo della Santa Sede che oggi ha diffuso le conclusioni della sua assemblea plenaria.
"Sono soprattutto i migranti senza documenti, o irregolari, a lasciare il proprio Paese senza il resto della famiglia – si legge nel documento – con l’intenzione di inviare a casa rimesse in denaro. Poiché rappresentano tutti una risorsa per le società in cui lavorano, qualunque sia il loro status legale, è loro diritto che venga affrontato il problema della separazione familiare, temporanea o prolungata”.
Secondo Pontificio Consiglio, “ciò può essere fatto anzitutto favorendo il ricongiungimento familiare nei Paesi di accoglienza. Tuttavia, questi Paesi stanno restringendo sempre più tale possibilità, e la mancata unificazione della famiglia avrà certamente effetti a lungo termine".
Un appello senso viene quindi rivolto ai governi, "affinché rivedano attentamente le loro politiche migratorie" e all’opinione pubblica, affinché "prenda consapevolezza del fatto che l’integrazione non è un processo a senso unico".
“La separazione dei membri della famiglia – aggiunge la Santa Sede – potrebbe essere affrontata anche esaminando le cause alla radice della migrazione e dell’itineranza, e il ruolo che lo sviluppo può svolgere nella ricerca di soluzioni”. “In effetti – si osserva – le persone hanno il diritto a non emigrare per realizzare il proprio benessere integrale. L’aiuto per uno sviluppo legittimo è, pertanto, indispensabile anche per realizzare la pace e l’armonia nell’arena internazionale”.