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Domande flussi. Quali requisiti?

Sono un cittadino cinese con regolare permesso di soggiorno per lavoro, ho intenzione di presentare una richiesta di flussi per fare entrare mia moglie, come colf o come dipendente della ditta di cui sono il titolare. La legge lo permette? Qual è il reddito che devo dimostrare? Esistono altre condizioni per la presentazione della domanda? Il 31 maggio scade il termine per presentare la richiesta di nulla osta al lavoro allo Sportello Unico in ambito dei flussi 2007. I tempi sono molto stretti, ma per chi ha oggi necessità di assumere un lavoratore straniero residente all’estero è consigliabile sfidare la sorte: la domanda ha ancora qualche chance di essere accettata.

Prima di inviare la domanda è consigliabile assicurarsi che si abbiano “le carte in regola” e cioè che siano presenti le condizioni previste dal testo unico sull’immigrazione per aver diritto al rilascio del nulla osta.

Il datore di lavoro, italiano o straniero regolarmente soggiornante in Italia, può presentare la richiesta anche a favore di familiari, sia per assumerli come dipendenti in azienda o in società, sia per inquadrarli come colf o badanti. Se in questi ultimi casi molti erano i dubbi al riguardo, spesso sollevati dagli stessi Sportelli Unici, l’emanazione del Messaggio Inps n. 15451 del 12 giugno 2007 ha chiarito che si può procedere senza problemi.

Perché la richiesta venga accettata, dovranno sussistere le seguenti condizioni:

Capacità economica:

Lavoratore domestico: colf e badante
il datore di lavoro deve possedere una congrua capacità economica per sostenere gli oneri retributivi e assicurativi legati all’assunzione di un lavoratore. A tal fine dimostrare di possedere un reddito annuo – anche derivante dal cumulo dei redditi dei parenti di primo grado non conviventi (in mancanza, di altri soggetti tenuti legalmente all’assistenza sulla base di un’autocertificazione dei medesimi) – di importo almeno il doppio rispetto all’ammontare della retribuzione annua dovuta al lavoratore da assumere, aumentata dei connessi contributi. Questo requisito non è necessario se il lavoratore domestico sarà assunto per assistere un datore di lavoro o un suo familiare affetto da patologie o gravi handicap che ne limitano l’autosufficienza.

Lavoratore non domestico
Per l’assunzione di un lavoratore subordinato la legge, invece, non stabilisce un parametro fisso e la verifica della capacità economica dell’impresa è rimessa alla valutazione “discrezionale” della Direzione Provinciale del Lavoro.
Nel corso dell’istruttoria, infatti,  vengono valutati una serie di fattori: la congruità del numero delle richieste presentate; l’osservanza delle prescrizioni del contratto collettivo di lavoro applicabile al rapporto di lavoro; i costi retributivi ed assicurativi previsti dalla normativa vigente; le esigenze dell’impresa; il reddito di esercizio; il fatturato dell’impresa; il numero dei dipendenti già in essere, ecc.
Se l’impresa è neocostituita la DPL tiene conto, non essendo disponibile il reddito di esercizio; di altri fattori, quali  il fatturato presunto o la situazione contabile, finanziaria o patrimoniale.

Altri requisiti:

-il datore di lavoro non deve essere stato denunciato o condannato per reati previsti dagli artt. 380 e 381 del c.p.p. (rapina, furto, estorsione, etc…),  per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di sfruttamento della prostituzione o in materia di stupefacenti;;
-il lavoratore non deve essere stato condannato per i medesimi reati e non deve essere stato colpito in passato da un provvedimento di espulsione;
-l’orario di lavoro non può essere inferiore alle 20 ore settimanali;
-la retribuzione minima mensile da garantire è quella prevista dal contratto collettivo nazionale di riferimento e varia in relazione all’inquadramento e alla mansione offerta al lavoratore.
-Il datore di lavoro deve assicurare la disponibilità di un alloggio idoneo (anche casa propria), cioè conforme alle norme sull’edilizia residenziale pubblica o ai parametri igienico-sanitari fissati dal Ministero della Salute.

Mancando una sola di queste condizioni il datore di lavoro non otterrà l’autorizzazione all’ingresso del cittadino extracomunitario residente all’estero.

Avv. Mascia Salvatore

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