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Migranti, Bartolo: “Non c’è nessuna invasione a Lampedusa, ma una gestione del fenomeno sbagliata”

Roma, 11 luglio 2022 – L’immigrazione in Italia viene costantemente affrontata come una questione emergenziale. E proprio per questo motivo gli hub sono sovraffollati, la gestione dei migranti in arrivo è superficiale e mal organizzata nonostante numeri che, se analizzati lontani dalla propaganda politica, risultano essere contenuti. “A Lampedusa non c’è un’invasione. Continuare a fare campagne elettorali sulla pelle della povera gente è immorale. Il problema è dentro il centro, il problema è il trattamento disumano, vergognoso e inaccettabile che riserviamo a chi dopo aver attraversato il deserto e subìto violenze e torture nei campi di concentramento in Libia arriva in Europa”, ha infatti sottolineato Pietro Bartolo, europarlamentare ed ex responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa.

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Migranti, Pietro Bartolo: “Non c’è nessuna invasione”

Negli scorsi giorni il centrodestra di contrada Imbriacola è arrivato a ospitare più di 1.800 persone, a fronte dei 350 posti disponibili. E appena il meteo lo consentirà, i migranti torneranno ad affollare le coste. “La migrazione è un’opportunità per i Paesi ospitanti, non un problema. Lo diventa se la si affronta in questo modo, se in un hotspot che può accogliere 300 persone se ne mettono duemila, prestando il fianco a indegne speculazioni politiche. Sappiamo benissimo che quando c’è bel tempo i migranti arrivano, ma stiamo parlando di numeri facilmente gestibili. Occorre fare in modo che i trasferimenti siano costanti, magari lasciando in rada a Lampedusa una nave pronta a portarli in altri luoghi ed evitando il vergognoso sovraffollamento dell’hotspot“, ha spiegato Bartolo, sottolineando che la questione coinvolge tutta l’Europa, non solo l’Italia.

“In un mese abbiamo accolto 5 milioni di profughi ucraini e per poche migliaia, invece, si grida all’invasione. In 30 anni a Lampedusa ne sono arrivati 350mila. Ecco i numeri di cui parliamo. La verità è che ci sono profughi di serie A e di serie B. Lo dimostra quello che accade in Polonia, che ha accolto più di 2 milioni di profughi provenienti dall’Ucraina, mentre nella foresta al confine con la Bielorussia, ci sono ancora 600-700 persone, famiglie, uomini, donne e bambini, anch’essi profughi ma senza diritti. E’ evidente che si tratta di una discriminazione e di razzismo. Serve una politica lungimirante”.

D’altronde, non si può fermare chi fugge da guerre, torture e povertà “né con muri né con i fili spinati, né lasciandoli morire in mezzo al mare. Queste persone non hanno alternativa. Arrivano e ce ne dobbiamo occupare, considerandoli esseri umani e non, di volta in volta, nemici, aggressori, untori, delinquenti o semplicemente numeri”.

Una soluzione potrebbe essere quella delle vie di accesso legali: “Con i corridoi umanitari eviteremmo di far morire così tante persone, uomini, donne e bambini annegati nel Mediterraneo e che abbiamo sulla coscienza e di cui forse un giorno dovremo rispondere. E allo stesso tempo toglieremmo ‘potere’ ai trafficanti di esseri umani. Continuare a pagare Paesi terzi per bloccarli, oltre che ingiusto e immorale, si è rivelato anche inutile perché continuano ad arrivare. Il fenomeno migratorio è strutturale, non c’è alcuna emergenza e per affrontarlo bisogna sedersi attorno a un tavolo. La migrazione è un’opportunità per un’Europa in difficoltà anche dal punto di vista demografico e che tra 20 anni sarà una grande Rsa.

Diamo loro la possibilità di arrivare legalmente e di integrarsi, invece di restare schiavi senza diritti e identità. E’ arrivato il momento di smetterla con la cultura dell’odio. Non c’è alcuna invasione”, ha ribadito in conclusione Bartolo.

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