Roma, 13 giugno 2023 – La missione di supporto dell’Onu in Libia (Unsmil) ha recentemente espresso profonda preoccupazione per gli arresti arbitrari di massa di migranti e richiedenti asilo in tutto il paese. Secondo l’Unsmil, le autorità libiche hanno condotto operazioni di arresto in cui sono state coinvolte migliaia di uomini, donne e bambini, che sono stati prelevati dalle strade, dalle loro case o durante raid nei campi e nei magazzini di presunti trafficanti.
In una serie di messaggi su Twitter, l’Unsmil ha denunciato le condizioni disumane in cui molti di questi migranti sono detenuti, comprese donne incinte e bambini. Le strutture di detenzione sono state descritte come sovraffollate e antigieniche. Inoltre, l’Unsmil ha riferito che migliaia di migranti, compresi coloro che sono entrati legalmente in Libia, sono stati espulsi collettivamente senza alcun controllo o processo legale appropriato.
Questa campagna di arresti arbitrari e deportazioni è stata accompagnata da un preoccupante aumento dell’incitamento all’odio e del discorso razzista contro gli stranieri sia online che nei media. L’Unsmil ha evidenziato la necessità di porre fine a tali azioni e ha sottolineato l’importanza di trattare i migranti con dignità e umanità, in conformità con gli obblighi internazionali assunti dalla Libia.
L’Unsmil ha anche fatto appello alle autorità libiche affinché garantiscano alle agenzie delle Nazioni Unite e alle organizzazioni non governative un accesso senza ostacoli ai detenuti che necessitano di protezione urgente. È cruciale che gli enti internazionali possano monitorare le condizioni dei migranti detenuti e fornire l’assistenza necessaria per garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali.
Il rispetto dei diritti umani, compresi quelli dei migranti e dei richiedenti asilo, è un principio fondamentale sancito dalle convenzioni internazionali delle quali la Libia è parte. È responsabilità delle autorità libiche assicurare che tutte le persone presenti sul territorio libico siano trattate con dignità e rispetto, indipendentemente dal loro status migratorio.