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Imprese: boom di imprenditrici immigrate

Unioncamere: imprese guidate da extracomunitarie a quota 32.000 unità, impennata del 73% negli ultimi quattro anni fino al 2007 ROMA, 23 giugno 2008 – Le immigrate che arrivano in Italia non finiscono per fare solo le badanti, le colf o le infermiere. Molte fanno strada anche come imprenditrici, soprattutto tra chi arriva da paesi extracomunitari.

Le donne più intraprendenti sono infatti le cinesi che mettono radici nel Belpaese sempre più spesso aprendo la propria piccola azienda.

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere/Infocamere, le imprese guidate da donne extracomunitarie sono arrivate a quota 32.000 unità, con un’impennata del 73% negli ultimi quattro anni fino al 2007. Un dinamismo del tutto particolare che si registra soprattutto nel settore del commercio e che non si ritrova a livello complessivo: le imprese femminili in genere nello stesso periodo, rileva Unioncamere, sono infatti aumentate tra il 2003 e il 2007 solo del 5,84%. Particolarmente significativo è stato il contributo delle donne non italiane all’espansione delle ditte individuali guidate da donne.

Le cinesi si confermano di gran lunga le più numerose. A loro fanno riferimento oltre un terzo delle imprese di extracomunitarie. Cinesi sono infatti più di 11.000 imprese, con un vero e proprio boom di addirittura il 111% rispetto a quattro anni fa. Seguono le svizzere (5.024), extracomunitarie ma a un passo dall’Italia, le marocchine (3.438 unità) e le rumene (3.429 unità, con un’impennata del 167%) che appaiono nella classifica delle extracomunitarie per l’ultima volta vista la ‘fresca’ adesione all’Unione europea.

Sostanzioso anche il contributo delle donne nigeriane che contano quasi 3.000 imprese, con un incremento dell’81% rispetto al 2003. L’aumento più significativo riguarda però le albanesi: il numero di aziende è arrivato a 1.127, il 176% in più del 2003.

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