Roma, 3 ottobre 2023 – Nel decimo anniversario di uno dei più gravi naufragi avvenuti nel Mediterraneo, l’isola di Lampedusa continua a contare le sue vittime con una frequenza quasi quotidiana. Non è stato sufficiente, quindi, il tragico incidente che il 3 ottobre 2013 causò la morte di 368 migranti, uomini, donne e bambini a far cambiare in modo definitivo le cose. Perché nonostante quel naufragio abbia lasciato una ferita indelebile sull’isola, oggi i morti nel Mediterraneo sono ancora troppi, e non sembrano destinati a diminuire.
Migranti, 10 anni dal tragico naufragio di Lampedusa
Sono passati 10 anni, ma il ricordo dei sacchi di plastica con dentro i corpi dei 368 migranti, ammassati sulla banchina di Lampedusa, non si cancella. Così come l’immagine delle bare, una di fianco all’altra, in fila. Erano quasi tutti eritrei, e il loro viaggio è finito a un solo chilometro dall’Isola dei Conigli. Erano praticamente arrivati, vedevano le luci della terra ferma. Le luci della speranza. A un certo punto, però, lo scafista che guidava la barca, per attirare l’attenzione, ha deciso di dare fuoco a una coperta. Le fiamme hanno spaventato i migranti, che tutti insieme si sono spostati su un lato del barcone, facendolo ribaltare. Sono morti così, a pochi metri dalla possibilità di rivalsa. Solamente 155 vennero salvati, e furono proprio loro a testimoniare quanto accaduto: il tragico naufragio che fece contare 368 morti e almeno 20 dispersi.
“Non sappiamo più dove mettere i morti e i vivi. È un orrore”, disse quel giorno l’allora sindaco, Giusi Nicolini, tra le lacrime, mentre guardava arrivare e partire le motovedette cariche di cadaveri. “Provo vergogna e orrore”, dichiarò invece il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E così da allora, il 3 ottobre è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza.
Come da tradizione, a Lampedusa la commemorazione inizia nella notte tra il lunedì e il martedì, esattamente alle 3:15 del mattino, l’ora in cui si è verificato il naufragio. Durante il raccoglimento, i residenti e i visitatori si riuniscono per ricordare le vittime e riflettere sulle sfide che la migrazione presenta alle comunità locali e globali. Il momento più toccante delle commemorazioni è previsto per le 10:30, quando viene deposta una corona di fiori in mare. Un gesto simbolico che rappresenta la promessa solenne di non dimenticare le vittime e di lavorare insieme per evitare che tragedie simili si ripetano.
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