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Migranti, Salvini attacca la giudice di Catania e tenta di screditarla con un video del 2018

Roma, 5 ottobre 2023 – La Bestia colpisce ancora. Dopo il caso della giudice di Catania, Matteo Salvini e il suo sistema di comunicazione hanno scatenato una grossa polemica pubblicando un video risalente al 2018 in cui si sostiene che la giudice Iolanda Apostolico, al centro delle recenti controversie riguardanti le decisioni sui migranti, avrebbe partecipato a una manifestazione contro la polizia. Nel video, la giudice è vista camminare tra i manifestanti che gridano slogan come “assassini” e “animali” nei confronti delle forze dell’ordine.

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Migranti, le accuse di Salvini alla giudice di Catania

Il leader della Lega ha commentato il video affermando: “25 agosto 2018, Catania, io ero Vicepremier e Ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla ‘assassini’ e ‘animali’ in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…”. Con “volto familiare”, Salvini sembra fare riferimento alla giudice Apostolico. Ovviamente, la sua presenza a tale manifestazione ha fatto sollevare domande sulla sua imparzialità e neutralità nel prendere decisioni giuridiche riguardanti i migranti. Tanto che alcuni membri del governo e della Lega hanno sostenuto che la partecipazione della giudice a una manifestazione di protesta contro la polizia solleva preoccupazioni sulla sua capacità di prendere decisioni imparziali nei casi riguardanti i migranti.

In risposta alle accuse di Salvini, l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha dichiarato che “valuterà insieme alla diretta interessata se e come intervenire”. Tuttavia, il presidente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, ha espresso preoccupazione per la tendenza a giudicare la terzietà del giudice non solo in base alle sue decisioni giuridiche, ma anche alla sua vita personale.

Sicuramente il caso solleva domande importanti sulla separazione tra il ruolo del giudice e la sua vita privata. Mentre è legittimo criticare e contestare le decisioni giuridiche, però, alcuni ritengono che spostare l’attenzione sulla vita privata del giudice possa essere un tentativo di delegittimare il suo lavoro giudiziario.

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