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Migranti, perchè i giudici stanno mettendo in discussione il decreto Cutro

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Roma, 9 ottobre 2023 – Continua il braccio di ferro tra i giudici italiani e il governo Meloni sui rimpatri dei migranti. Le controversie coinvolgono il decreto Cutro e altri provvedimenti normativi che il governo ha varato nell’ultimo anno per affrontare la questione migratoria. Vediamo, quindi, quali sono le contestazioni che i giudici stanno presentando.

Migranti, i giudici italiani smontano il decreto Cutro

Una delle principali questioni contestate riguarda il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti da Paesi considerati sicuri, come la Tunisia. I giudici di Catania, Iolanda Apostolico e Rosario Cupri, hanno recentemente emesso provvedimenti che hanno disposto la remissione in libertà di dieci migranti richiedenti asilo tunisini sbarcati a Lampedusa e rinchiusi nel nuovo centro di trattenimento di Modica-Pozzallo. Questi giudici ritengono illegittima la norma che consente il trattenimento di richiedenti asilo da Paesi sicuri senza una valutazione individuale e una giustificazione dell’esigenza di tale trattenimento in attesa del completamento delle procedure di frontiera accelerate. Inoltre, considerano illegittima la richiesta di una cauzione di 5.000 euro per il rilascio, sostenendo che questa cifra sia sproporzionata rispetto alle condizioni dei migranti e che sia impossibile da pagare per chi non ha documenti né un permesso di soggiorno.

Un’altra controversia legale riguarda il centro di trattenimento per richiedenti asilo a Modica-Pozzallo. I giudici di Catania ritengono che le procedure accelerate di frontiera debbano essere eseguite immediatamente al momento dell’arrivo dei migranti. Piuttosto che trasferirli altrove e rinchiuderli in un centro come quello di Pozzallo. Una sentenza emessa dai giudici di Firenze, poi, solleva ulteriori preoccupazioni per l’Italia. Questi giudici hanno infatti revocato l’espulsione di un migrante tunisino, sostenendo che l’espulsione verso un Paese considerato sicuro, come la Tunisia, sia illegittima. Inoltre, hanno affermato che gli eventi recenti in Tunisia richiedono una rivalutazione della sua situazione come Paese sicuro. Ciò potrebbe avere un impatto significativo sugli accordi di rimpatrio tra Italia e Tunisia, che costituiscono la maggior parte dei rimpatri effettuati dall’Italia.

Ora la Cassazione dovrà esprimere un parere definitivo su molti di questi tema. E la sua pronuncia sarà fondamentale per la tenuta complessiva delle nuove normative sull’immigrazione varate dal governo italiano nell’ultimo anno. Le decisioni dei tribunali italiani, infatti, rischiano di avere un impatto significativo sulle politiche di immigrazione e sulle relazioni dell’Italia con i Paesi d’origine dei migranti.

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