Roma, 12 ottobre 2023 – Solo qualche mese fa il memorandum di intesa tra l’Unione europea e la Tunisia sembrava promettere una cooperazione senza precedenti nella gestione dei flussi migratori e nella stabilizzazione della regione. In meno di tre mesi, però, gli accordi sembrano essere crollati, mettendo in evidenza le sfide intrinseche nella gestione dei migranti e nelle relazioni internazionali.
Migranti, la Tunisia restituisce i soldi all’Ue
Il memorandum, siglato con grande enfasi e ottimismo nel luglio 2023, era stato considerato una pietra miliare nella politica estera europea. Un simbolo di cooperazione e solidarietà tra i paesi europei e i partner nordafricani per affrontare le sfide migratorie e promuovere la stabilità in un’area vulnerabile. Tuttavia, nel giro di pochi mesi sembra che i dettagli di questa cooperazione non siano stati ben definiti. O che le aspettative di entrambe le parti fossero irrealistiche. La crisi dei migranti estiva ha messo sotto pressione il patto, portando il presidente tunisino Saied a respingere il pagamento di 60 milioni di euro provenienti dall’Unione europea. Gesto che è stato letto non solo come un duro colpo alla fiducia tra le parti, ma solleva anche domande sulla sincerità e l’efficacia di tali accordi.
Le motivazioni di Saied sono oggetto di speculazione. Potrebbe trattarsi di una tattica negoziale per ottenere più finanziamenti o una manifestazione del suo dissenso rispetto agli accordi siglati. Qualunque sia la ragione, questa mossa rappresenta un problema significativo per l’Unione europea e l’Italia, che hanno investito considerevoli risorse diplomatiche ed economiche nella regione.
“Questo metodo viola la nostra dignità e ci mette di fronte ad un fatto compiuto sul quale non siamo stati nemmeno consultati. Il popolo tunisino rifiuta i favori previsti a qualsiasi titolo. E accetta di trattare solo nello spirito di partenariato strategico basato sull’uguaglianza e sul rispetto”, ha infatti commentato Saied.
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