Roma, 11 gennaio 2024 – Con l’inizio del nuovo anno, le retribuzioni per colf, badanti e baby sitter hanno subìto l’aggiornamento tanto atteso. Gli incrementi, però, sono già stati definiti “irrisori” dalla Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico (Fidaldo).
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Colf e badanti, i dati
La Fidaldo spiega che questi modesti aumenti, che corrispondono all’80% dell’indice Istat, equivalgono a un incremento complessivo dello 0,56% rispetto al 2023. La Federazione, invece, sottolinea che questa notizia è una boccata d’ossigeno per le famiglie datoriali, permettendo loro di affrontare il nuovo anno in modo più sereno. Specialmente dopo i consistenti aumenti registrati l’anno precedente, quando l’inflazione aveva portato a un incremento del 9,2% nei minimi retributivi.
L’aggiornamento riguarda diverse figure del lavoro domestico. Ad esempio, la classica colf con contratto a ore e inquadramento nel livello B vedrà un aumento da 6,58 a 6,62 euro l’ora, con un incremento di 0,04 euro per ogni ora lavorata. Allo stesso modo, la badante convivente per persona non autosufficiente, inquadrata nel livello Cs, passerà da 1.120,76 a 1.127,04 euro al mese, con un aumento mensile dello stipendio di 6,28 euro. Tuttavia, la Fidaldo sottolinea che si tratta di valori minimi, e in alcuni casi, tali aumenti possono essere già stati assorbiti dalle retribuzioni effettive, regolate dalle dinamiche di mercato.
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Calo dei lavoratori domestici
Questo aggiornamento delle condizioni retributive giunge quasi in contemporanea con i dati dell’Osservatorio Domina basati sul 2022. Secondo l’Inps, si è registrato un calo del 7,9% dei lavoratori domestici rispetto al 2021, pari a 80mila lavoratori in meno. Il calo è attribuibile alla fine della “sanatoria”, che aveva permesso la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri, e all’incremento registrato nel biennio 2020-2021 durante la pandemia.
Il settore del lavoro domestico in Italia, ora, conta poco meno di 900mila lavoratori, con una forte componente straniera (69,5% del totale) e una prevalenza femminile (86,4%). Tuttavia, resta uno dei settori con il più alto tasso di irregolarità, segnando il 51,8%, in netto contrasto con la media nazionale del 11,3% per gli altri settori economici. Un panorama che conferma la necessità di ulteriori interventi per regolarizzare il settore e garantire condizioni dignitose per i lavoratori domestici.
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