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Clandestini. I tir della morte, 3 vittime in 12 giorni

Sono quelle di Majyad Halyl, iracheno di 25 anni trovato morto ieri, e di altre due vittime con lo stesso destino negli ultimi 12 giorni. VENEZIA, 5 luglio 2008 – Viaggi della speranza che finiscono non in mare, ma nelle stive surriscaldate delle navi-traghetto che ogni giorno collegano la Grecia con Venezia.

Sono quelli di Majyad Halyl, iracheno di 25 anni trovato morto ieri, e di altre due vittime con lo stesso destino negli ultimi 12 giorni.

Halyl aveva in tasca la richiesta di asilo politico, ma il suo viaggio è già finito, probabilmente, alla partenza da Igoumenitsa. Ad ucciderlo un colpo alla testa mentre era aggrappato al fondo di un camion, forse nella salita sulla ripida rampa che porta ai garage. Il suo corpo, nascosto tra due camion, è stato trovato in una pozza di sangue dal personale di bordo. Il quale durante il tragitto aveva già scoperto altri 12 clandestini – due iracheni, un palestinese e nove afgani – in un tir: non sapevano nulla, hanno detto, della vittima.

Il 27 giugno un uomo di circa 40 anni era stato trovato morto nella cuccetta di un tir tedesco giunto con un traghetto greco a Venezia: forse un iracheno di etnia curda, ucciso probabilmente dal caldo. In cabina è stato trovato dalla polizia di frontiera di Venezia un altro curdo iracheno sopravvissuto al viaggio e il conducente del tir è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di un altro delitto.

Altri tre clandestini, di origine irachena e sudanese, sono stati scoperti in un altro tir proveniente dalla Grecia. Cinque giorni prima, il 22 giugno, un’altra tragica scoperta: un iracheno di 30 anni ucciso dal caldo e dalla sete nel rimorchio, trasformato in un forno, di un camion che trasportava vestiti. Con lui avevano tentato di nascondersi altri cinque immigrati, di origine marocchina, irachena, iraniana e siriana. Gravemente disidrati, ma – almeno loro – sopravvissuti.

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