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Migranti e calo demografico: come i flussi aiutano a combatterlo

Roma, 23 luglio 2024 – Nei primi vent’anni del nuovo millennio, dodici Paesi nel mondo, tra cui l’Italia e la Germania, hanno evitato un declino demografico solo grazie ai flussi dei migranti. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato l’8 luglio dal Pew Research Center di Washington, che ha analizzato l’impatto dei nuovi residenti venuti dall’estero sui bilanci demografici nazionali.

L’Italia e l’impatto dei migranti

Tra il 2000 e il 2020, la popolazione italiana è cresciuta di 2,7 milioni di persone, ma senza l’arrivo di migranti provenienti principalmente da Romania, Ucraina e Albania, sarebbe diminuita di 1,6 milioni di individui. Questo dato mette in luce l’importante contributo dei migranti al mantenimento della popolazione italiana in crescita, in un periodo in cui i dati Istat annuali hanno indicato una diminuzione progressiva della popolazione residente a partire dal 2015. Anche la Germania ha vissuto una dinamica simile, ma in maniera ancora più marcata. Dal 2000 al 2020, la popolazione tedesca è aumentata di 1,7 milioni di persone. Tuttavia, senza l’arrivo di migranti polacchi, siriani, kazaki e romeni, la popolazione sarebbe diminuita di oltre 5 milioni di individui. Questo sottolinea quanto i flussi migratori siano stati determinanti per mantenere la stabilità demografica del Paese.

Altri Paesi, poi, hanno beneficiato dell’immigrazione per evitare un calo demografico. In Portogallo e Repubblica Ceca, i flussi migratori hanno contribuito a mantenere il bilancio demografico positivo. Fuori dall’Europa, gli Emirati Arabi Uniti hanno visto una crescita di 6,1 milioni di persone, evitandone una riduzione di 210.000 grazie ai nuovi residenti provenienti da Asia meridionale ed Egitto. Per arrivare a questi dati, il Pew Research Center ha utilizzato le stime del World Population Prospects 2022 delle Nazioni Unite e ha analizzato l’International migrant stock per misurare l’impatto dei migranti. La tendenza globale mostra un calo delle nascite, con il tasso di fecondità totale sceso da 2,7 figli per donna nel 2000 a 2,3 nel 2020. In Italia, il tasso è ancora più basso, attestandosi a 1,2 figli per donna.

L’immigrazione si conferma quindi un fattore cruciale per la stabilità demografica di molti Paesi, specialmente in un contesto globale di calo delle nascite. L’esperienza di Italia e Germania dimostra come i flussi migratori possano sostenere la crescita e prevenire il declino demografico, evidenziando la necessità di politiche migratorie che riconoscano e valorizzino questo contributo essenziale.

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