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Cittadinanza, sulla riforma è scontro tra Forza Italia e Lega

Roma, 7 ottobre 2024 – Continua il dibattito sulla riforma della cittadinanza in Italia. La proposta avanzata da Forza Italia, denominata Ius Scholae, è stata accolta con reazioni contrastanti all’interno del centrodestra. Se da un lato, infatti, Fratelli d’Italia sembra aprire un varco per una discussione, la Lega di Matteo Salvini non lascia spazio a compromessi, ribadendo la propria netta contrarietà a qualsiasi ampliamento delle norme attuali.

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Cittadinanza, la proposta degli azzurri

Il disegno di legge proposto da Forza Italia punta a ridefinire i criteri per ottenere la cittadinanza italiana, introducendo lo Ius Italiae. Il testo prevede che possano diventare cittadini italiani gli stranieri nati in Italia o arrivati entro il compimento dei cinque anni di età, a condizione che abbiano frequentato e superato tutti i cicli della scuola dell’obbligo, per un totale di dieci anni di permanenza continuativa sul territorio italiano. La richiesta può essere presentata dai genitori fino al compimento dei 18 anni del ragazzo. Se non lo fanno, è il giovane a poter avanzare la richiesta una volta raggiunta la maggiore età. La proposta intende, inoltre, limitare il diritto alla cittadinanza per discendenza tramite Ius Sanguinis. Fino a oggi, questo principio consentiva di ottenere la cittadinanza italiana a chiunque potesse dimostrare di avere origini italiane anche molto remote. Forza Italia, quindi, propone di ridurre la possibilità di riconoscimento fino alla generazione dei bisnonni. “Basta con le truffe. La cittadinanza non può essere un business”, ha affermato il vicepresidente di FI Antonio Tajani, sottolineando la necessità di porre fine agli abusi.

A sorpresa, l’apertura è arrivata proprio da Fratelli d’Italia, per voce del capogruppo al Senato, Lucio Malan. In un’intervista a Repubblica, infatti, Malan ha definito “interessante” la proposta e ha assicurato che sarà valutata con attenzione. “Non è una riforma devastante, ma una serie di aggiustamenti alle norme attuali. Mi sembra giusta anche la parte in cui si stabilisce un limite al diritto di avere la cittadinanza italiana per i discendenti di italiani: il legame deve essere reale”, ha dichiarato. Parole che segnano un possibile cambio di rotta rispetto alla linea della premier Giorgia Meloni, che fino a pochi giorni fa si era detta contraria a qualsiasi modifica dell’attuale legge sulla cittadinanza. Interpellata da New York sui 500mila firmatari che hanno richiesto un referendum per ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza continuativa per ottenere la cittadinanza, Meloni aveva infatti definito la legge attuale “adeguata” e aveva ribadito: “Non ravvedo la necessità di una riforma.”

Lega: “Nessuna concessione”

Di tutt’altro avviso il leader della Lega, Matteo Salvini, che dal palco di Pontida ha lanciato un messaggio netto: “La ricetta per i prossimi anni non è concedere più cittadinanze o regalarle più velocemente. La nostra priorità è revocare la cittadinanza a chi delinque.” Per Salvini, dunque, la cittadinanza italiana è un “atto di fede” e chi tradisce la fiducia dello Stato con crimini gravi non merita di restare. “Non abbiamo bisogno di altri delinquenti”, ha tuonato. Le sue parole chiudono quindi ogni possibilità di dialogo, rimarcando le distanze con gli alleati di Forza Italia. Il segretario della Lega, d’altronde, ha sempre considerato la cittadinanza come una questione identitaria e, in diverse occasioni, ha espresso la volontà di restringerne ulteriormente le condizioni di accesso, piuttosto che ampliarle.

Nonostante le differenze di vedute, però, Forza Italia non sembra intenzionata a fare passi indietro. “Abbiamo inviato la proposta agli alleati e siamo pronti ad accogliere eventuali suggerimenti e modifiche,” ha spiegato Tajani, precisando però che gli azzurri non intendono rinunciare al progetto: “Noi la proposta di legge la presentiamo lo stesso, non ci muoviamo da questa posizione perché è una posizione meditata a fondo.” L’obiettivo, infatti, rimane quello di favorire l’integrazione degli stranieri di seconda generazione nati e cresciuti in Italia, garantendo loro un percorso chiaro e definito per l’ottenimento della cittadinanza, ma senza snaturare il principio di legame culturale e sociale con il Paese.

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