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Migranti: addio a Delia Buonomo, la barista che aiutava i profughi

Roma, 24 ottobre 2024 – Delia Buonomo, una donna che ha fatto della solidarietà una missione di vita, è scomparsa a 61 anni, lasciando un vuoto immenso in chi ha avuto la fortuna di conoscerla. Il suo nome potrebbe non essere noto a tutti, ma per molti, specialmente i migranti e gli attivisti che passavano per Ventimiglia negli anni della cosiddetta “crisi migratoria”, Delia è stata un faro di speranza e umanità. Il suo bar, “Hobbit”, infatti, è stato per anni un rifugio per chi non aveva niente, in una città che troppo spesso li vedeva come un problema da allontanare.

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Delia Buonomo, i migranti e una storia di solidarietà

Dal 2015, Ventimiglia, al confine tra Italia e Francia, è diventata una tappa obbligata per migliaia di migranti provenienti dal Sud del mondo, che cercavano di continuare il loro viaggio verso il Nord Europa. Qui, bloccati alla frontiera, molti si trovavano costretti a vivere in condizioni precarie, accampati lungo il fiume Roja, senza accesso a servizi di base come acqua o cibo. In risposta a questa emergenza, le istituzioni locali, sia di destra che di sinistra, adottarono misure che rendevano ancora più difficile la vita dei migranti. Ma Delia, al contrario, decise di aprire le porte del suo bar a tutti, senza chiedere nulla in cambio.

Il bar “Hobbit” diventò così un luogo di accoglienza, un punto di riferimento per migranti e attivisti. Qui si poteva ricaricare il cellulare, usare il bagno o semplicemente trovare un po’ di sollievo dalla durezza della strada. Delia non si vantava mai del suo impegno; per lei aiutare era semplicemente la cosa giusta da fare. Tuttavia, questa scelta le costò caro: fu ostracizzata da una parte della comunità locale, boicottata e persino multata. Ma lei non si fermò mai, continuando a sostenere chi ne aveva bisogno fino alla chiusura del suo bar, causata anche dalle difficoltà economiche dovute alla pandemia.

Delia Buonomo ha trascorso i suoi ultimi giorni in una casa di riposo, ma la sua eredità di generosità e coraggio vivrà a lungo. Il suo ultimo gesto di altruismo? Continuare a partecipare alle distribuzioni di cibo per i migranti, anche dopo la chiusura del suo bar.
E sabato, chi vorrà potrà darle l’ultimo saluto nella chiesa di Roverino.

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