Roma, 6 novembre 2024 – Il Tribunale di Palermo ha preso una decisione importante sul tema dell’immigrazione: con due distinti provvedimenti, è stato sospeso il trattenimento di due migranti, un cittadino ghanese e uno senegalese, disposto dal questore di Agrigento in applicazione del decreto Cutro. In attesa del giudizio, i due migranti sono stati liberati, mentre il Tribunale ha inoltrato alla Corte di Giustizia Europea una richiesta di parere su un punto chiave riguardante la designazione dei cosiddetti Paesi d’origine “sicuri”.
Migranti, continua la discussione riguardo al Paese di origine sicuro
Il caso specifico riguarda uno dei migranti, il cittadino senegalese, che aveva presentato una domanda di protezione internazionale a Porto Empedocle il 4 novembre. Nello stesso giorno, il questore di Agrigento aveva disposto il suo trattenimento in quanto proveniente da un Paese ritenuto sicuro dall’Italia. Tuttavia, come affermato dal giudice, sebbene la provenienza da un Paese sicuro non incida sulla valutazione finale della domanda di asilo, essa influisce comunque sui tempi e sulle modalità con cui tale domanda viene esaminata. La questione cruciale che il Tribunale intende sottoporre alla Corte di Giustizia Europea riguarda l’interpretazione degli articoli 36, 37 e 46 della Direttiva Ue in materia di asilo. Il giudice si chiede se il diritto dell’Unione consenta a uno Stato di designare come “sicuro” un Paese, nonostante alcune categorie di persone in tale Paese non siano tutelate adeguatamente.
“La nostra opinione è che il diritto europeo non permetta di dichiarare sicuro un Paese per intero se alcune categorie di persone sono a rischio. Inoltre, la recente sentenza della Grande Sezione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 4 ottobre 2024 ha chiarito che anche l’esclusione di parti del territorio da questa designazione richiede una verifica puntuale e rigorosa”, afferma il giudice. Nel provvedimento, il magistrato ha sottolineato che, fino a oggi, l’Italia ha sempre inserito interi Paesi nell’elenco dei Paesi sicuri, senza mai fare eccezioni per alcune aree geografiche o specifiche categorie di persone. Questa procedura, però, potrebbe risultare in contrasto con il diritto comunitario se la Corte di Giustizia confermerà che, per garantire un adeguato livello di protezione, è necessario valutare con attenzione i rischi per specifiche categorie, come minoranze etniche, religiose o gruppi particolarmente vulnerabili.
La sentenza del Tribunale di Palermo apre nuove prospettive per la valutazione della sicurezza dei Paesi di provenienza e, se la Corte di Giustizia confermerà l’interpretazione proposta, potrebbe portare a una revisione dell’intero sistema italiano. Per ora, il trattenimento dei due migranti è stato sospeso, e la decisione della Corte potrebbe rappresentare un precedente importante per la tutela dei diritti dei richiedenti asilo in Italia.
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