Roma, 11 dicembre 2024 – All’alba del giorno dell’Immacolata, il mare di Lampedusa ha accolto una storia di resilienza e disperazione. Una bambina di soli 11 anni, originaria della Sierra Leone, è stata soccorsa da un barchino partito giorni prima da Sfax, in Tunisia. Lei è l’unica sopravvissuta di un naufragio che ha strappato via la vita a decine di migranti.
Migranti, un viaggio disperato verso la sopravvivenza
Il drammatico racconto della piccola emerge frammentato e doloroso. Partiti da Sfax quattro o cinque giorni fa, erano 45 i migranti a bordo della barca. Ma il viaggio si è trasformato in tragedia quando una violenta tempesta ha colpito l’imbarcazione, rovesciandola. “C’erano pioggia, vento e onde alte tre o quattro metri,” ha raccontato ai soccorritori. La bambina è riuscita a salvarsi grazie a un giubbotto di salvataggio, ma le sue parole rievocano un incubo. “Siamo finiti tutti in mare. Vicino a me c’erano due ragazzi, ma dopo due giorni il mare li ha portati via.” La tempesta ha lasciato dietro di sé un mare di silenzio, e quella bambina, sola, è rimasta a lottare per la vita.
La piccola è stata recuperata dal veliero della Ong Compass Collective, impegnata in un’altra operazione di salvataggio nella zona. Gli attivisti raccontano la disperazione di quei momenti: onde alte, vento impetuoso a 23 nodi, una bambina in balia del mare aperto. Dopo essere stata tratta in salvo, è stata sbarcata al molo commerciale di Lampedusa a bordo della nave Trotamar III. I soccorritori, commossi, hanno descritto la sua determinazione nel ricostruire quanto accaduto, nonostante il trauma vissuto. La storia di questa piccola superstite è l’ennesimo monito sulla tragedia umana che si consuma ogni giorno nel Mediterraneo. Dietro ogni viaggio, dietro ogni naufragio, ci sono vite spezzate, sogni infranti e storie che spesso rimangono sommerse insieme ai corpi di chi non ce l’ha fatta.
A Lampedusa, questa bambina ora rappresenta non solo il dolore di una tragedia collettiva, ma anche la speranza e la forza che l’umanità può trovare persino nelle avversità più estreme. Mentre le istituzioni cercano di fare i conti con la gestione delle migrazioni, la sua sopravvivenza diventa un appello alla solidarietà e al rispetto della dignità umana. Ora la bambina è affidata alle cure dei servizi sociali e delle autorità italiane, che dovranno garantirle protezione e supporto psicologico. Ma il suo futuro, come quello di tanti altri minori non accompagnati che approdano sulle coste italiane, resta incerto. Il suo viaggio verso Lampedusa è terminato, ma la strada verso una nuova vita è ancora lunga. E il Mediterraneo, troppo spesso teatro di tragedie simili, rimane uno specchio che riflette la complessità e le sfide dell’umanità di fronte a fenomeni migratori di portata globale.
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