in

AIDS: IN ITALIA PRIMO IDENTIKIT DEGLI IMMIGRATI A RISCHIO

(ANSA) – CITTA’ DEL MESSICO, 6 AGO – Uomini, soli e arrivati in Italia da meno di un anno: sono questi i principali fattori che espongono gli immigrati al rischio di contrarre il virus Hiv. Questo, identikit, il primo mai prodotto in Italia, è il risultato del primo anno di attività dello studio Prisma (Progetti di intervento per una strategia modulare Aids: stranieri), presentato nella conferenza mondiale sull’Aids di Città del Messico. La ricerca è stata condotta dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Iom) e finanziata dal ministero del Welfare attraverso il dipartimento per la Prevenzione. Lo studio è stato condotto su 1.700 immigrati a Milano, Firenze e Roma, con questionari somministrati da loro connazionali. I gruppi selezionati provengono da Perù, Marocco e Albania.e quello che emerge è uno spaccato dei circa tre milioni di immigrati che vivono in Italia. Il rischio maggiore di esporsi all’infezione lo corrono gli uomini che trascorrono in Italia il primo anno da immigrati. Tendono facilmente a cadere in comportamenti che potrebbero esporli al rischio di contrarre il virus dell’Aids: senza conoscere la lingua, poco scolarizzati e senza partner, sono più a rischio delle donne immigrate, che dala ricerca risultano essere più informate sui rischi dell’infezione da Hiv. Sono molto vulnerabili anche i giovani della seconda generazione, ossia coloro che sono nati in Italia o che comunque vivono in Italia da un lungo periodo. "Vivono in una condizione ibrida, nella quale si sentono italiani, ma poi non sono riconosciuti come tali fino a 18 anni, e di conseguenza entrano spesso in conflitto con la famiglia", osserva la coordinatrice della Iom per i problemi di migrazione e salute nel Mediterraneo, Michela Martini. (ANSA).

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Clandestini “accolti” all’interno dei Comuni

TAR Lazio Sentenza 5 agosto 2008 Legittimo rinnovo permesso in presenza diverso rapporto lavoro