I nuovi dati elaborati dalla Caritas. Il 73,7% è qui per motivi di lavoro BUCAREST, 29 ottobre 2008 – Se nel ’90 in Italia c’erano solo 8.000 romeni, nel giro di 17 anni sono centuplicati, arrivando a 1.016.000 il 31 dicembre 2007, su quattro milioni di stranieri. Il 73,7% dei romeni è in Italia per motivi di lavoro, il 23,5% di famiglia e il 2% per altri motivi.
Lo rileva il volume ‘Romania – Immigrazioni e lavoro in Italia – Statistiche, problemi e prospettive’, realizzato dalla Caritas italiana e presentato al ministero degli Esteri di Bucarest.
Come ripartizione geografica, il Lazio si piazza al primo posto, con 200.000 romeni, seguito da Lombardia (160.000) e Piemonte (130.000). "Il lavoro accelera la loro integrazione sociale", ha detto all’ANSA Antonio Ricci, uno degli autori del volume. Altro indice di inserimento sociale sono i circa 160.000 bambini, di cui il 20-30% nati in Italia. "Di questo milione, i rom sono circa il 5-10% e i primi risultati del censimento in corso danno cifre inferiori di quelle di stampa e politici", ha detto Ricci.
I romeni lavorano prevalentemente nell’edilizia e assistenza alle famiglie ma in Italia ci sono 6.000 romeni imprenditori. "Al di là di alcuni episodi citati dalla stampa, nella vita quotidiana l’inserimento dei romeni credo sia avvenuto con successo", ha spiegato Padre Livio Corazza, direttore del Servizio Europa di Caritas Italiana.
Il volume presentato è il terzo dedicato da Caritas Italiana all’immigrazione dall’Est Europa. "Il rapporto della Caritas Italiana sarà un utile strumento per comprendere meglio come procede l’integrazione della vasta comunità romena in Italia", ha detto l’ambasciatore d’Italia Mario Cospito, ricordando che tra ottobre 2007 e settembre 2008 la comunità romena in Italia è aumentata di 184.000 unità.
A sua volta, il sottosegretario agli Esteri per i romeni nel mondo Mihai Gheorghiu ha sottolineato gli ottimi rapporti tra la Chiesa ortodossa romena e la Chiesa cattolica. Nel volume si sostiene che in futuro l’Italia continuerà ad essere Paese di immigrazione e lo sarà anche la Romania, come lo era stata in passato. Il libro ricorda che tra fine ‘800 e la seconda guerra vi si trasferirono 130.000 italiani, soprattutto da Friuli e Veneto, per lavori perlopiu’ stagionali.